Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Miteni, dopo il fallimento la procura valuterà accertamenti tributari
VICENZA Non solo l’inchiesta sul vasto inquinamento da Pfas e altre sostanze che interessa più province venete ma anche approfondimenti sul fallimento, dichiarato venerdì scorso dal tribunale di Vicenza. In futuro potrebbero esserci nuovi sviluppi penali su Miteni, l’azienda chimica di Chiampo che nei giorni scorsi aveva dichiarato istanza di autofallimento, dopo aver già aperto la procedura di licenziamento collettivo dei 121 dipendenti. Come da prassi la procura nelle prossime settimane potrebbe delegare accertamenti mirati di natura tributaria e fiscale. Sulla documentazione contabile, sullo stato patrimoniale dell’azienda e sul tracollo che l’ha fatta portare i libri in tribunale. Per valutare se possano essere contestati eventuali reati fiscali.
Ma quella che si è appena aperta è una settimana cruciale per dare risposte a vasto raggio al caso Miteni, senza perdere di vista alcun aspetto, dalla sicurezza all’ambiente ai dipendenti. Il tribunale, dopo la sentenza di fallimento depositata venerdì si è subito attivato, di concerto con gli enti coinvolti, prefettura in primis, per analizzare in modo approfondito tutte le criticità e problematiche. Per valutare se sia possibile dare una risposta positiva e risolutiva a tutto. Anche – è una delle ipotesi – attraverso l’esercizio provvisorio, da affidare al curatore fallimentare, con il tribunale cabina di regia. Per arrivare allo svuotamento e cessazione degli impianti in sicurezza. E la decisione del tribunale, che ha annunciato tempi rapidissimi, potrebbe arrivare proprio entro sabato. Tribunale che, tra l’altro, venerdì scorso, come si legge nella sentenza, ha imposto a Miteni di depositare entro tre giorni (quindi entro oggi), bilanci, scritture contabili e lista dei creditori. Altra priorità i 121 dipendenti, che chiederanno attraverso i sindacati e le Rsu un incontro con il curatore Domenico De Rosa, che potrebbe avvenire già a stretto giro. Anche per parlare della questione stipendi, «per chiedere garanzie sui salari» fanno sapere. «Se quello di ottobre non risultasse pagato, allora ci convocheremo subito in assemblea, per una immediata consultazione dei lavoratori» anticipano le Rsu, che comunque garantiscono che i dipendenti proseguiranno «la sorveglianza: è una questione di sicurezza, non possiamo sottrarci».
Ed intanto il medico che per primo ha lanciato l’allarme Pfas in Veneto, segnalando i rischi, l’epidemiologo Vincenzo Cordiano, 60enne di Valdagno, è candidato all’ambito premio a carattere nazionale «Luisa Minazzi ambientalista dell’anno», promosso da Legambiente e Nuova Ecologia.