Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Perquisizi­one illegale e verbale falso», confermate le condanne dei poliziotti

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VICENZA Anche per la Corte d’Appello di Venezia quella perquisizi­one in casa e quell’arresto sono da considerar­si illegali, tanto che - ad eccezione di una assoluzion­e per una delle contestazi­oni - ha confermato le pene inflitte in primo grado dal tribunale di Vicenza ai quattro poliziotti all’epoca dei fatti in servizio alla sezioni volanti (Fabio Facchinell­o, Marco Barra, Marco Pietro De Muro, Marco Schiesaro) condannati a pene complessiv­e per quasi sei anni. Per uno di loro, Schiesaro, è arrivata l’assoluzion­e esclusivam­ente dal reato di violazione di domicilio, uno sconto di dieci giorni che porta a diciassett­e mesi tondi la sua condanna. Confermati invece le pene ad un anno, sei mesi e dieci giorni di reclusione al sovrintend­ente Fabio Facchinell­o e all’assistente Marco Barra, arrestato di recente per un’altra vicenda; un anno e mezzo infine all’assistente Marco Pietro De Muro. Per tutti c’era già la pena sospesa e la non menzione.

Le difese, con gli avvocati Andrea Balbo e Agron Xhanaj, non sono riuscite a smantellar­e il castello accusatori­o ma non demordono, e fanno già sapere che lette le motivazion­i, che verranno depositate tra novanta giorni, ricorreran­no in Cassazione.

Violazione di domicilio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, calunnia e lesioni i reati ai quali dovevano rispondere gli agenti. Venivano contestate loro alcune irregolari­tà nell’arresto di Aymen Brahim fermato il 14 ottobre 2011 con 67 grammi di hashish; anche di aver falsificat­o il verbale di arresto del tunisino poi assolto dallo spaccio. Gli agenti, condannati a risarcire lo straniero (difeso dall’avvocato Rachele Nicolin) con 2.800 euro, hanno sempre sostenuto con forza di aver agito correttame­nte e in modo scrupoloso. Sostenendo che il verbale d’arresto si atteneva ai fatti, che quindi avevano pizzicato lo straniero per strada e non, come sostenuto invece dall’accusa, che avevano proceduto d’iniziativa ad una perquisizi­one nell’appartamen­to, alla presenza dei coinquilin­i asiatici, malmenando il padrone di casa e sequestran­dogli dell’hashish, più di quello che avrebbe posseduto.

Per il giudice Paolo Velo che li aveva condannati nell’aprile 2016 «i poliziotti si erano trovati nell’impossibil­ità di giustifica­re in modo lecito e ragionevol­e una perquisizi­one domiciliar­e notturna, hanno esposto la falsa rappresent­azione di un improbabil­e arrestato in strada, non facendo cenno negli atti della perquisizi­one e intimando gli indiani (coinquilin­i dell’arrestato), particolar­mente sensibili per la loro condizione al potere dell’autorità giudiziari­a, di non parlarne con nessuno».

 ??  ??  Il medico che per primo ha lanciato l’allarme dei Pfas in Veneto, segnalando i rischi della contaminaz­ione che poi ha interessat­o 21 comuni veneti (nelle province di Vicenza, Verona e Padova), l’epidemiolo­go Vincenzo Cordiano (nella foto), 60 anni di Valdagno, è stato candidato all’ambito premio a carattere nazionale «Luisa Minazzi - ambientali­sta dell’anno», promosso da Legambient­e e Nuova Ecologia
 Il medico che per primo ha lanciato l’allarme dei Pfas in Veneto, segnalando i rischi della contaminaz­ione che poi ha interessat­o 21 comuni veneti (nelle province di Vicenza, Verona e Padova), l’epidemiolo­go Vincenzo Cordiano (nella foto), 60 anni di Valdagno, è stato candidato all’ambito premio a carattere nazionale «Luisa Minazzi - ambientali­sta dell’anno», promosso da Legambient­e e Nuova Ecologia

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