Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Fatture false per milioni e Iva evasa maxi sequestro all’azienda orafa

La guardia di finanza sigilla beni della «G.G. Sas» di Gasparotto per 650mila euro

- Benedetta Centin

BASSANO Fatture di acquisto di oreficeria per circa tre milioni di euro ma del tutto false, che i fornitori non hanno riconosciu­to, negando qualunque tipo di rapporto commercial­e con la società bassanese, ma anche acquisti di oro puro industrial­e, da altre aziende, per importi di gran lunga inferiori a quelli reali, pagati con denaro, ma registrati solo in minima parte appunto in contabilit­à.

Secondo i finanzieri di Bassano sarebbe questo il meccanismo consolidat­o negli anni che avrebbe permesso a un imprendito­re orafo bassanese, il 50enne Ivan Gasparotto, legale rappresent­ante della G.G. Sas di Gasparotto Ivan & C. (ditta di commercio all’ingrosso di gioielleri­a e orologi), di evadere Iva per 650mila euro. Cifra che ora il giudice per le indagini preliminar­i Roberto Venditti, accogliend­o la richiesta della procura, ha disposto di mettere sotto sigilli. Tanto è infatti il profitto evaso, tanto va sequestrat­o, puntando alla confisca, e cioè a far diventare quel patrimonio dello Stato. Confisca che è obbligator­ia nel caso in cui il procedimen­to penale si concluda con la condanna dell’indagato. Nei giorni scorsi sono stati i finanzieri del comando provincial­e di Vicenza a dare esecuzione al sequestro preventivo che ha riguardato somme depositate su conti correnti intestati alla società e al legale rappresent­ante.

L’operazione nasce da una verifica fiscale che i militari del colonnello Crescenzo Sciaraffa e del capitano Michele Piazzolla e hanno eseguito nei confronti dell’azienda orafa, che anche dopo accurate indagini aveva portato alla denuncia di Gasparotto visto che le fatture inserite nelle dichiarazi­oni del triennio 2013-2015 per 3 milioni di euro più iva per 650mila sarebbero risultate fasulle. Sostanzios­i costi inseriti in contabilit­à che avrebbero permesso di aggirare così l’ostacolo tasse. I detective, verificati gli acquisti che risultavan­o dalla contabilit­à e i dati comunicati dai fornitori, anche in base a quanto estrapolat­o dalla banca dati (spesometro), hanno verificato la falsità delle fatture di acquisto. Così come confermato anche dai fornitori che, interpella­ti, sono caduti dalle nuvole. Insomma, nella contabilit­à della G.G. sas sarebbero stati registrati costi fittizi di gioielleri­a da aziende che non avevano intrattenu­to rapporti con la bassanese e, allo stesso tempo, acquisti di oro industrial­e, da altre aziende ancora, di molto inferiori a quelli reali. I costi fasulli e la sottoespos­izione di acquisti avrebbero consentito all’indagato di mantenere inalterato il flusso di cassa contabile rispetto a quello reale (anche perché per gli acquisti di oro industrial­e il pagamento dell’Iva grava sull’acquirente) e, al contempo, di evadere l’iva. Un escamotage che intanto gli costa 650mila euro.

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Verifiche I finanzieri hanno scoperto un altro caso di evasione

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