Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Berti, proboviro a 5 Stelle: «Via chi ha sbagliato»

Berti e il nuovo incarico: chi sgarra se ne va

- Spadaccino

VENEZIA Veneto proboviro per il Movimento 5 Stelle. Con la senatrice catanese Nunzia Catalfo ci sono infatti il ministro trevigiano Riccardo Fraccaro e il consiglier­e regionale padovano Jacopo Berti. «Il mio primo incarico nazionale - dice - la cui ratio è quella di giudicare chi sbaglia. E da noi chi sbaglia se ne va. E voglio eliminare il trasformis­mo».

Veneto proboviro per il Movimento 5 Stelle. Con la senatrice catanese Nunzia Catalfo ci sono infatti il ministro trevigiano Riccardo Fraccaro e il consiglier­e regionale padovano Jacopo Berti.

«Lo reputo - dice quest’ultimo - un riconoscim­ento al lavoro fatto sul territorio. Una forma di rispetto del Movimento nei confronti della regione che alle ultime politiche ha ottenuto il risultato più alto nel Nordest».

Qual è, Berti, la ratio di questo ruolo che è stato indicato a ricoprire?

«Vigilare sul rispetto delle regole nella comunità 5 Stelle. Chi sta con noi sta con noi e basta».

Tre i livelli: richiamo, sospension­e ed espulsione. Come funziona?

«Quando una persona viene meno allo statuto e al codice etico si può aprire un procedimen­to. E a quel punto sta a noi probiviri valutare il tipo di provvedime­nto».

L’espulsione, Berti, è salatissim­a: 100 mila euro...

«La multa è per chi decide di cambiare casacca. Se ti sei impegnato con il Movimento, devi capire che il tuo impegno è morale e civile. Chi non intende questo e agisce secondo coscienza vada in un altro partito».

Quindi lei sta dicendo che va introdotto il vincolo di mandato?

«Vede, prima ancora delle leggi a mio avviso vengono la decenza e la serietà di una persona».

Questo per dire...

«Che nel momento in cui vieni eletto da milioni di cittadini non puoi approdare in Parlamento ed ergerti a novello Pietro Calamandre­i, difensore della Carta Costituzio­nale. Se non ti vanno bene le decisioni del Movimento che ti ha portato a Roma te ne vai a casa».

Ha citato la Costituzio­ne e non l’ha fatto a sproposito visto che l’articolo 67 garantisce la libertà di non avere vincoli di mandato...

«E non a caso la modifica dell’articolo 67 della nostra Costituzio­ne fa parte del programma di governo».

Quindi lo vuole anche la Lega?

«Sì. Ma io credo che tutti i partiti dovrebbero avere a cuore questa modifica. Solo così puoi debellare definitiva­mente quel trasformis­mo che ha condiziona­to troppo la nostra politica, garantendo stipendi, poltrone e carriere saltando da un partito all’altro. Nel Movimento 5 Stelle non funziona così».

Pare una sentenza anticipata sul futuro del senatore Gregorio De Falco, quello che disse a Schettino «torni a bordo» e che adesso voi farete scendere dalla barca dei 5 Stelle...

«Non rispondo nel merito. Ricordo solo che chi è eletto è un portavoce di quanto sta scritto nel contratto di governo. Se lui non si riconosce... E poi...».

Dica...

«De Falco, come tutti gli altri nostri parlamenta­ri, ha letto e sottoscrit­to quanto segue: “Va votata la fiducia di governo a un premier che è espression­e del Movimento”. Ergo...».

Ma ci faccia capire, Berti: nel Movimento 5 Stelle quindi è vietato dissentire?

«Assolutame­nte no».

E come funziona allora?

«C’è un momento per la discussion­e, ed è fondamenta­le: si approfondi­sce, si discute, si prende una decisione e poi si va avanti. Del resto, la democrazia è la tirannide della maggioranz­a».

Lo disse de Tocquevill­e...

«E aveva ragione. Anche se io tendo a seguire il pensiero di Beppe Grillo».

Ovvero?

«Lui ha detto che il M5s è un treno, ognuno può salirvi o scendervi quando vuole, ma va sempre rispettato. Si parla, si discute ma si costruisce non si rompe».

E sui giornalist­i lei come la pensa? Sono tutti puttane e pennivendo­li?

«Tutti no, ma a Virginia Raggi (sindaco di Roma, ndr) i media non hanno risparmiat­o nulla. L’hanno chiamata “patata bollente”, hanno detto che prendeva tangenti, l’hanno diffamata in lungo e in largo. Quando è stata assolta una reazione del Movimento era doverosa. E io la condivido».

Consiglier­e regionale, ora proboviro. Berti, sembra in rampa di lancio verso altri lidi...

«Non lo so. Diciamo che sono lusingato per questo primo incarico nazionale dopo che il Movimento aveva deciso di candidarmi alla presidenza della Regione».

” Sul vincolo di mandato La modifica dell’articolo 67 della nostra Costituzio­ne fa parte del programma di governo

Sta contribuen­do a creare la testuggine evocata dal vostro leader Luigi Di Maio...

«Faccio la mia parte e do una mano a tenere unito lo scudo».

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