Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rifiuti, il modello veneto fra litigare Lega e M5S
Per Di Maio va replicato in Campania, per Salvini urgono inceneritori (che in Veneto stanno sparendo)
Il «Modello Veneto» nella gestione dei rifiuti fa litigare Lega e Cinque Stelle. Questi ultimi chiedono che sia applicato in tutta Italia, a cominciare dalla Campania dove il vicepremier Salvini vorrebbe costruire termovalorizzatori. «A Napoli ci mettono 200 anni per essere come noi» replicano i leghisti.
VENEZIA Il «modello Treviso» fa litigare Lega e Movimento Cinque Stelle. O meglio, l’applicazione del «modello Treviso» fuori da Treviso, in Campania, fa litigare Lega e Movimento Cinque Stelle. La querelle tra i due principali azionisti del Governo Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, va avanti ormai da qualche giorno. «Occorre il coraggio di dire che qui serve un termovalorizzatore per ogni provincia» ha detto il leghista arrivato a Napoli per il locale Comitato ordine e sicurezza. «Gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di Governo» ha replicato secco il pentastellato, che in Campania ha il suo principale bacino elettorale.
Ieri è stato il senatore trevigiano Gianni Girotto, con un post sul Blog delle Stelle, l’house organ del Movimento, a dettare la linea, spiegando che «il contratto di Governo in tema di rifiuti parla chiaro. Parla di “Modello Treviso”, non di “Modello Brescia” (i 13 inceneritori lombardi con il più grande forno d’Europa quello di
A2A). Parla di chiudere inceneritori e discariche. Non di realizzarne». Girotto, che è anche presidente della commissione Industria del Senato, insiste: «Il sistema di economia circolare di riferimento è quello oggi adottato dal servizio pubblico della provincia di Treviso, studiato in tutto il mondo»; poi ricorda che «era Zaia nel
2015 a tuonare contro lo “Sblocca Italia” di Renzi dicendo: “Abbiamo tre inceneritori e non ne costruiremo altri: siamo una Regione `riciclona´ e puntiamo dritti sul compostaggio”». Quindi traccia una lastra della situazione veneta («Sono attivi 2 soli inceneritori e in questi anni la Regione ha fermato quello di Verona e chiuso quello di Venezia») per concludere: se il Modello Treviso fosse esportato fuori Treviso, in Italia si passerebbe in un battibaleno «da 51 a 17 inceneritori».
Ma la domanda è: è possibile applicare in un batter di ciglia il modello in questione? Per la Lega è impossibile per cui, detto delle buone intenzioni, fino a quando queste non diventeranno realtà in Campania (come nelle altre Regioni in difficoltà) vanno fatti i termovalorizzatori. Lo spiega il segretario della Liga Veneta Gianantonio Da Re, voce poco avvezza ad equilibrismi e tatticismi: «Se in Campania vogliono applicare il modello Veneto a noi va benissimo, bravissimi. Ma per differenziare il secco dall’umido, mettere i bidoncini fuori dalla porta, arrivare ai nostri livelli di differenziata ci vogliono duecento anni a Napoli. E intanto, che si fa? Devono fare i termovalorizzatori». I dubbi sulla salute? «Li trovo paradossali - sbotta Da Re - si preoccupano delle polveri che potrebbero sprigionarsi da un impianto di ultima generazione, iper controllato, come ne fanno in tutto il mondo. Poi però bruciano i rifiuti in mezzo alla strada, con roghi velenosi a due passi dalla porta di casa. Mah!».
La contrapposizione Nord-Sud sull’argomento non è nuova: già nella scorsa legislatura il governatore Luca Zaia disse no, no e ancora no a qualunque ipotesi di trasferire qui i rifiuti campani, anche se al Governo, al primo tentativo, c’era l’allora amico Silvio Berlusconi: «Il caso campano - disse - lo paghiamo tutti, è un danno incalcolabile all’immagine» ma «è una questione di coerenza, ciascuno deve imparare a gestire i propri servizi di base» (era il 2010, altri niet arrivarono nel 2011 e nel 2014 e la linea non è cambiata).
Ieri Di Maio ha firmato insieme al premier Conte (Salvini era trattenuto a Roma da impegni improrogabili) il Protocollo d’Intesa sulla Terra dei Fuochi, a Caserta. «Ci piacerebbe chiamarla Terra dei Cuori - ha detto il premier - il Governo è determinato nel contrastare il fenomeno delle discariche abusive e degli incendi dolosi». Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ribadisce: «Non conviene più aprire termovalorizzatori, è in controtendenza con il sistema europeo, tra poco non serviranno più» e intanto Di Maio stiletta: «Alcune zone della Campania per anni sono state ricettacolo di rifiuti di altre Regioni e di altri Stati». Sentenza finale del presidente della Camera Roberto Fico, campano come Di Maio: «Gli inceneritori che portano salute ed economia, per favore stop alle barzellette!».
Gianni Girotto Se il modello Treviso fosse esportato in tutta Italia ci sarebbero 17 inceneritori, non 51. Gli inceneritori vanno chiusi, è nel «Contratto»
Gianantonio Da Re Per applicare a Napoli il modello Treviso ci vogliono 200 anni. E intanto che fanno? Devono costruire i termovalorizzatori