Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Stop ai contratti, raccolta firme alla Stiga
Petizione di un gruppo di lavoratori per annullare l’esito del referendum
CASTELFRANCO Si riparte da una raccolta di firme avviata spontaneamente da un gruppo di lavoratori, rispetto alla quale i sindacati però si chiamano fuori: è il tentativo estremo di Stiga, la multinazionale delle macchine per il giardinaggio con stabilimento a Castelfranco Veneto, di ripristinare i consueti contratti a termine per gli addetti stagionali.
L’azienda castellana, spiazzata quindici giorni fa da un referendum tra i lavoratori in cui è stata di fatto respinta la riconferma dei circa 150 rapporti di lavoro legati alla stagionalità, ha scelto di rivolgersi direttamente ai dipendenti con una lettera aperta, in cui ha espresso la propria «grande preoccupazione per la negazione di una realtà a causa di fattori non comprensibili». L’azienda, in sintesi, ritiene che l’esito della consultazione, per altro disertata da una parte considerevole della forza lavoro (i 280 impiegati su 610 aventi diritto), sia dovuto a un malinteso e che non sia stato compreso il legame che c’è fra il riconoscimento della stagionalità attraverso il referendum e il limite alla ripetizione dei rapporti a tempo determinato. Di cui la produzione ha forte bisogno fra settembre e aprile ma che non può affidare a collaboratori diversi da quelli abitudinari, poiché la formazione non è cosa di pochi giorni.
Così, raccogliendo l’ansia dell’azienda (o leggendo tra le righe della lettera aperta il rischio che segmenti della produzione possano essere affidati, a questo punto per valide ragioni, a stabilimenti esteri), un gruppo di dipendenti ha dato il via alla petizione per chiedere che sia ripetuto il referendum. A crederci poco sono però da subito le sigle sindacali: anche se si arrivasse con la massima trasparenza al 50% più una firma, basterebbe a invalidare il voto precedente? Sarebbe possibile senza un passaggio in assemblea? Quali, fra le segreterie sindacali provinciali, si sentirebbero di riconoscere la legittimità dell’annullamento di un referendum al fine di riproporne un altro necessariamente sulla stessa identica materia? Il tutto, per di più, in un arco di tempo ristrettissimo, non oltre le due settimane. (g.f.)