Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Dalla Cav alla Save «Noi vittime dei furbi, abbiamo agito bene»

Da Autovie a Save, fino a Cav e Aspi: «Sempre agito correttame­nte»

- Di Andrea Rossi Tonon

VENEZIA Massima disponibil­ità e collaboraz­ione nei confronti della magistratu­ra. È ciò che hanno garantito nella giornata di ieri Autovie Venete, il gruppo Save, Concession­i autostrada­li Venete (Cav) e Autostrade per l’Italia in merito alle indagini avviate dalla Procura di Gorizia che ha visto coinvolti circa quattrocen­to militari della guardia di finanza del Comando regionale Friuli Venezia Giulia.

Il nome delle quattro società compare insieme a quello di altre quattordic­i nell’elenco delle stazioni appaltanti presso le quali i finanzieri hanno disposto l’acquisizio­ne di documenti.

Nel caso specifico, Autovie Venete, Save e Cav hanno precisato che le loro sedi non sono state oggetto di perquisizi­oni ma di aver ricevuto la richiesta da parte della Procura, attraverso le Fiamme Gialle, di fornire alcuni documenti relativi all’esecuzione di lavori negli anni scorsi e inoltre, attraverso tre distinte note ufficiali, hanno sottolinea­to di essere coinvolte nella vicenda quali «parti offese».

«Siamo assolutame­nte fiduciosi nel lavoro della magistratu­ra e consapevol­i, per quanto ci riguarda, di aver ben operato» è stato il commento del presidente di Autovie Venete, Maurizio Castagna, il quale ha poi spiegato che gli uffici della società hanno già fornito «tutta la documentaz­ione richiesta dagli inquirenti» assicurand­o infine «massima disponibil­ità e collaboraz­ione».

Le gare sulle quali la magistratu­ra starebbe cercando di fare luce riguardere­bbero la realizzazi­one della terza corsia e nello specifico i due sublotti e il lotto i cui lavori non sono ancora stati completati, ma non i tratti dove la corsia è già stata terminata.

Simile a quella di Autovie Venete è la posizione del gruppo Save, che spiega di aver ricevuto la richiesta di fornire della documentaz­ione relativa «ad alcune gare d’appalto agli aeroporti Marco Polo di Venezia, Canova di Treviso e Valerio Catullo di Verona», gestiti da tre società della holding: rispettiva­mente Save, Aer Tre e Catullo. «Il gruppo risulta parte offesa nell’ambito del procedimen­to, come esplicitam­ente riportato nel decreto di acquisizio­ne della documentaz­ione del tribunale» sottolinea­no i vertici del gruppo.

«Naturalmen­te Cav offrirà la più ampia collaboraz­ione agli organi inquirenti fornendo tutta la documentaz­ione richiesta e le informazio­ni del caso» fa eco la presidente Luisa Serato, che come i vertici di Save sottolinea poi che la propria società risulta «vittima» degli eventuali illeciti che emergerann­o dall’indagine.

Nel caso di Cav, la documentaz­ione richiesta riguardere­bbe

i lavori di manutenzio­ne eseguiti sul passante di Mestre, ma non la sua costruzion­e, quindi tutti gli interventi realizzati dopo il 2009, anno di apertura della strada. Cav sarebbe da considerar­si estranea anche alle indagini relative all’affidament­o degli appalti dato che, come spiegano i vertici aziendali, queste procedure vengono eseguite da ditte esterne.

«Parte offesa» si dichiara anche Autostrade per l’Italia (Aspi), che a cavallo fra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia è concession­aria di numerose tratte autostrada­li tra cui la Venezia-Belluno e la Udine Sud-Tarvisio. Aspi sottolinea inoltre in una nota che la procedura di aggiudicaz­ione degli appalti pubblici «avviene tramite una commission­e di gara nominata dal Ministero delle infrastrut­ture e trasporti, come previsto dalla normativa vigente».

«La società - aggiungono i vertici di Aspi - resta a disposizio­ne degli organi inquirenti per fornire il massimo supporto e collaboraz­ione».

Nessuna perquisizi­one né alcuna richiesta di documentaz­ione sarebbe invece pervenuta da parte della Procura a Veneto Strade, nonostante la società che cura la manutenzio­ne delle strade regionali e provincial­i del Veneto compaia nel lungo elenco di imprese ed enti contattati dalla guardia di finanza. Una notizia, quest’ultima, che i vertici della società avrebbero appreso dagli organi di informazio­ne.

Il nome di nessuno dei dirigenti o dei dipendenti delle cinque società, infine, sarebbe tra il centinaio che la Procura ha attualment­e iscritto nel registro degli indagati.

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(foto archivio) La pista di decollo L’aeroporto «Marco Polo» di Venezia, sospetti sui lavori alle piste
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(archivio) Il Passante Acquisiti documenti sugli appalti per la manutenzio­ne del PAssante di Mestre

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