Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Slot, il Comune pensa a zone franche
Gioco d’azzardo, nuova stretta allo studio: il divieto toccherà anche bar e tabaccherie
VICENZA Dopo le misure contro il gioco d’azzardo della giunta Variati, pare arrivato il turno del sindaco Rucco. Il Comune starebbe scrivendo un nuovo regolamento, che restringerebbe ulteriormente il perimetro per l’utilizzo di slot e simili, allontanandole ulteriormente da scuole, ospedali e chiese: stavolta la regola varrebbe anche per tabaccherie e bar, non solo le sale vere e proprie. Che, intanto, come gli iper, pagheranno di più le carte bollate comunali.
VICENZA Da una parte i rincari sui costi burocratici, dall’altra i paletti sulle distanze dai luoghi sensibili come scuole, chiese, ospedali. Sale gioco e slot machine tornano nel mirino del Comune. Tre anni fa l’amministrazione di centrosinistra guidata da Achille Variati pose già dei limiti alla diffusione del gioco d’azzardo, imponendo fasce orarie per l’accensione delle slot machine. Ora quegli stessi dispositivi elettronici tornano al centro delle iniziative di Palazzo Trissino, alcune già pronte per entrare in vigore, altre ancora allo studio.
I provvedimenti più d’impatto sono quelli in fase di elaborazione: sul tavolo dell’assessore alle Attività produttive, Silvio Giovine, ci sarebbe una bozza del nuovo regolamento sulle sale gioco, che punta a rivedere il perimetro dell’utilizzo di slot machine e dispositivi per il gioco d’azzardo, vincolando anche bar e pubblici esercizi a rispettare le distanze da luoghi sensibili come scuole, chiese, ospedali. Negli anni scorsi il Comune aveva già imposto lo stop al gioco a meno di 500 metri da luoghi sensibili, ma i paletti, datati 2013 e che toccavano solo le sale gioco, avevano provocato una vera e propria battaglia legale con i privati, con tanto di pronunciamenti sfavorevoli – al Comune – da parte del Tribunale amministrativo del Veneto. Ora, secondo alcune indiscrezioni, il Comune starebbe valutando l’ipotesi di estendere i vincoli legati alle distanze dai luoghi sensibili anche alle singole slot machine, quindi anche ai dispositivi installati in bar, tabaccherie, pubblici esercizi, creando in sostanza delle «zone rosse» vietate alle slot.
Nel frattempo, nel mirino dell’amministrazione le sale gioco sono finite anche per motivi legati al rincaro di alcune spese «burocratiche»: dal 1 gennaio aumentano i diritti di segreteria, cioè le somme da corrispondere agli uffici per i procedimenti commerciali seguiti dal Suap (Sportello unico per le attività produttive), che per le sale gioco passeranno da 100 a 120 euro. La misura rientra in un disegno generale che la giunta ha licenziato ieri e che prevede rincari per sale gioco e centri commerciali a fronte di sconti sulla Cosap (Canone per l’occupazione di suolo pubblico) per negozi di vicinato, pubblici esercizi, bar con plateatici. Per queste ultime attività si prevedono sconti del 50 per cento a chi chiederà per la prima volta un plateatico, del 10 per cento a chi lo manterrà tutto l’anno e a cui si aggiunge un altro sconto del 5 per cento se si paga in un’unica soluzione, oltre a periodi ed aree «low cost», come il 50 per cento di sconto da dicembre a marzo e tagli dal 75 al 90 per cento in alcune zone della città fra cui Campo Marzo e corso Fogazzaro.