Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Si uccide con la pistola del marito il pm chiede autopsia e test sullo sparo
MARANO Un gesto estremo, frutto a quanto pare di un male di vivere che l’aveva sopraffatta, anche in seguito alla fine del matrimonio e alla recente separazione dal padre delle figlie, affidatario delle minori. Sembra chiara la tragedia che si è consumata martedì mattina in un’abitazione di Marano Vicentino, dove una donna è morta per un colpo di pistola alla testa. Ad armare la Beretta dell’ex marito, una guardia giurata di 43 anni, sarebbe stata proprio la donna. Sempre lei a caricare il colpo in canna e a puntarsi contro l’arma per farla finita, dopo una discussione avuta con l’uomo. Che, disperato, ha poi dato l’allarme al Suem e ai carabinieri, contattando il 112.
Sotto choc, l’uomo è stato in seguito portato in caserma dai carabinieri per essere sentito per ore ed essere sottoposto alla prova dello stup (sulla polvere da sparo). Al momento il pm Luigi Salvadori ha aperto un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato contestate. Ma il magistrato, per escludere ogni altra possibile pista, per non lasciare nulla di intentato, ha comunque disposto l’autopsia sulla mamma, che sarà eseguita in giornata, e pare voler ordinare una nuovo e più completo test sulla polvere da sparo e la dinamica del colpo.
L’arma usata è stata subito posta sotto sequestro. Sconvolta la famiglia ma anche l’intera comunità di Marano Vicentino. La donna, che lavorava in un centro commerciale, si era separata dal marito da appena un mese e si era presa un appartamento in affitto. Martedì aveva raggiunto la casa coniugale, ora sotto sequestro, per parlare con l’ex marito, rientrato all’alba dal turno di lavoro. Erano le 9 quando deve essere scoppiata la discussione, in seguito alla quale la donna ha raggiunto la camera da letto. Lì, secondo l’ipotesi più plausibile, avrebbe preso la pistola mentre il marito dormiva ed esploso un colpo, uccidendosi.