Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Rubava offerte con una «canna da pesca» Ladro preso dopo quattro colpi in chiesa

- Benedetta Centin

Recidivo A luglio di un anno fa il primo arresto per uguali reati

VICENZA Girava con una torcia e un filo di ferro con cui pescare i soldi dalla cassetta delle offerte in chiesa, grazie al nastro adesivo fissato alla base. Ma non faceva incetta di tutto in una volta, per non destare troppi sospetti.

Un’accortezza, questa, che però gli è valsa a poco. Sì, perché Vincenzo Iaconis, recidivo, non sapeva che i carabinier­i di Carmignano di Brenta lo stavano controllan­do da giorni, dopo la denuncia di un parroco: quando, martedì pomeriggio, lo hanno sorpreso a rubare pochi spicci in chiesa, a San Nicola di Olmo di Creazzo, per il 45enne di Vicenza è scattato l’arresto.

In tasca, Iaconis aveva anche i soldi rubati poco prima nella chiesa di San Nicola a Taggì di Sotto, nel comune di Villafranc­a Padovana. Ma gli vengono contestati anche furti nella chiesa di San Martino Vescovo di Poiana di Granfion, a Grisignano di Zocco, e nella chiesa di Santi Gervasio e Protasio a Torri di Quartesolo. E potrebbero non essere solo questi, visto che avrebbe «visitato» anche più di dieci luoghi sacri al giorno.

Molto più di un vizio, quello di Iaconis, visto che era stato arrestato l’ultima volta per lo stesso motivo solo a luglio 2017, appena fuori dalla chiesa di Rettorgole di Caldogno, da cui era scappato a mani vuote alla vista del parroco, per quanto in tasca i militari gli avessero trovato 300 euro con gli arnesi da scasso.

Comparso ieri davanti al giudice per il processo con rito direttissi­mo, assistito dall’avvocato Anna Sambugaro, che ha chiesto termini a difesa, Iaconis si è giustifica­ndo dicendo che, rimasto disoccupat­o, con un appartamen­to Ater assegnatog­li da non molto, aveva dovuto far fronte a delle spese che non sapeva come pagare.

Di qui le incursioni in chiese di Vicentino e Padovano per «la pesca» delle offerte, con filo di ferro, scotch e torce per rubare nelle cassette delle offerte, arrivando a superare la fessura. Una sequenza di colpi: quattro quelli contestati anche se potrebbero essere stati anche una decina, addirittur­a una quindicina al giorno secondo gli investigat­ori che hanno fatto scattare le indagini ad inizio mese, dopo la denuncia del parroco di San Pietro in Gu, che aveva sorpreso l’uomo di origine calabrese con fare sospetto e lo aveva ricollegat­o al calo di offerte. Le indagini rimangono comunque aperte per tracciare il quadro completo di colpi e bottino.

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