Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il presidente dell’Ance: «Regole ottuse, siamo costretti a scavalcarle»
da imprenditore: le regole sugli appalti sono talmente ingarbugliate che non si possono seguire alla lettera. Chi opera nel settore è costretto a trovare degli escamotage per aggirarle. Con il rischio di incappare in illeciti».
Mi faccia un esempio... «Prendiamo la legge sui subappalti, che esiste solo in Italia. Prevede di indicare, già in sede di partecipazione alla gara, una terna di subappaltatori. Ma l’assegnazione arriverà non prima di un anno, e nel frattempo magari una delle imprese avrà chiuso, l’altra si sarà trasferita all’estero... Ebbene, un problema così banale come la sostituzione delle ditte, diventa un ostacolo insormontabile. E per non vedersi bloccare il cantiere, l’imprenditore dovrà “inventarsi” qualcosa... Finché le regole rimarranno queste, i costruttori si sentiranno obbligati a commettere delle irregolarità».
Detto da lei, suona come un’autoassoluzione della categoria...
«Non mi fraintenda: i criminali, quelli veri, vanno allontanati». Allora come se ne esce? «Piantandola una buona volta di fare continuamente nuove leggi che servono solo a coprire le pecche delle precedenti. Per far funzionare il settore delle costruzioni, liberandolo dai furbetti, servono poche regole, chiare ed efficaci» E nel frattempo?
«Si va avanti a lottare contro la burocrazia, cercando di far emergere, anche nei tribunali, le nostre ragioni. Ma lo sa che ormai l’Ance spende più energie per dare sostegno legale alle imprese, piuttosto che consulenze tecniche. Ne ho le prove...».
Le prove?
«L’ufficio nazionale dell’Associazione ha dei professionisti alle proprie dipendenze. Ebbene, venti sono avvocati e altri venti sono commercialisti. Gli ingegneri? Sono soltanto tre... ».