Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Salvini: «Cona chiude entro Natale» Ma per il prefetto «sarà difficile»
Esulta la Lega, Zappalorto avverte: «Ci vorranno mesi, intanto soluzioni tampone»
VENEZIA Le marce dei migranti partite da Cona un anno fa sembrano appartenere a un passato remoto. Di mezzo è successo di tutto: le proteste, i dibattiti, le inchieste sulla gestione delinquenziale degli hub di Bagnoli e di Cona. E ieri l’annuncio di Matteo Salvini: «Chiuderemo Cona entro Natale». Fra le moltissime dichiarazioni di giubilo della politica spicca, in controcanto, la voce di Vittorio Zappalorto, prefetto di Venezia: «Entro un mese? Difficile con un bando il cui capitolato - che al Viminale ci davano per imminente a giugno - è stato pubblicato solo oggi (ieri ndr) e quindi il nostro bando per l’accoglienza diffusa già pronto a giugno, appunto, parte ora. È slittato tutto di sei mesi. Nel frattempo, vista la richiesta del ministro, penseremo a soluzioni temporanee». E il «capitolato» sono gli ormai celebri 35 euro a richiedente asilo cancellati dal titolare del
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Viminale. Filosofeggia il barricadero sindaco del piccolo Comune del Veneziano, Alberto Panfilio: «Dopo un’attesa tanto lunga, se anche non sarà un mese ma saranno sei poco cambia. Diciamo solo che Babbo Natale-Salvini ha esaudito la mia letterina a Santa Claus di un anno fa in cui chiedevo la chiusura della base». Il tema dell’ex base militare resta esasperato e le punte polemiche non accennano a smussarsi. Va detto, però, che il contatore degli ospiti di Cona si sta rapidamente azzerando. Senza rivangare l’over booking indecoroso che sforava quota 1.500 nel 2016, a inizio gennaio di quest’anno c’erano ancora 744 migranti, oggi sono 286, il 62% in meno. «Ricollocati» a piccoli gruppi, sempre molto faticosamente ma con tenacia dalla prefettura. «L’avevamo promesso e lo stiamo facendo - ha detto il ministro dell’Interno Salvini -. Abbiamo fatto crollare il numero di sbarchi, tagliato le spese per l’accoglienza, smantellato i grossi centri come Bagnoli e, ora, Cona. Dalle parole ai fatti». Sottolinea la svolta il governatore Luca Zaia: «Ciò che chiedevamo inascoltati da tempo immemore è divenuto realtà. Grazie al ministro per il grande lavoro fatto e per la promessa mantenuta. Cona e Bagnoli finalmente sono chiuse. “Dalle parole ai fatti” non è solo uno slogan, ma diventa realtà».
Stesso entusiasmo ma stile decisamente differente per Andrea Ostellari, senatore padovano del Carroccio (e presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama) che prorompe in una dichiarazione a dir poco muscolare: «L’incubo di tanti cittadini perbene della Bassa padovana e dei vicini comuni del Veneziano sta per finire. In pochi mesi, Salvini è riuscito a riportare ordine dove Renzi e Alfano avevano seminato degrado. Non dimentichiamo le donne molestate dai finti profughi ospitati a spese nostre. Non dimentichiamo il grido inascoltato dei sindaci».
Venata d’amarezza, invece, l’analisi di Zappalorto: «La ricollocazione definitiva si farà con il bando ma i tempi tecnici sono ovviamente lunghi. Sottolineo che, nel frattempo, abbiamo lavorato senza sosta: dai 550 migranti ospitati a fine settembre siamo riusciti a scendere a 286, ma miracoli non li facciamo, anzi, li abbiamo già fatti. Certo, ora sono molti meno, ma nessuno vuole queste persone. I Comuni ormai non li sentiamo più, a
Il ministro Dalle parole ai fatti: dopo Bagnoli ora chiuderà Cona
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Il prefetto Nessuno, di destra, centro o sinistra, vuole i migranti