Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il Settecento veneto riapre il tempo delle grandi mostre Ma al Chiericati si protesta
Inaugurata la prima esposizione dell’era Rucco. Sit-in del Pd contro l’ordinanza che vieta di fermarsi sulle scale del palazzo
VICENZA Il primo passo è stato quello di ieri ma la camminata è lunga e passa per alcune tappe già delineate: «Stiamo elaborando un progetto di più eventi che inizieranno tra la fine del prossimo anno e il 2020». Il sindaco Francesco Rucco inaugura la sua prima mostra d’arte a Palazzo Chiericati e tratteggia i contorni delle strategie culturali sul tema delle «grandi mostre» a Vicenza. Innanzitutto una tempistica: per vedere una mostra di quadri o sculture in Basilica bisognerà attendere almeno un altro anno e sciogliere il nodo dei costi - almeno 300 mila euro - per un allestimento «modulabile» e per il quale proprio oggi il primo cittadino incontrerà il Soprintendente alle Belle arti di Verona, Fabrizio Magani. «Stiamo predisponendo un percorso spiega il primo cittadino - che coprirà più anni e che prevede diverse iniziative, a partire dal biennio 2019-2020».
Per arrivare a definire un progetto degli eventi culturali il Comune ha organizzato un tavolo di lavoro, a cui partecipano l’amministrazione, i musei civici, il Cisa (Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio) e la Fondazione Teatro comunale Città di Vicenza. È a questo tavolo, dunque, che saranno definite le strategie sulle grandi mostre, che scontano però una volontà già resa nota in occasione della campagna elettorale in primavera: organizzare a Vicenza una grande esposizione sul genio palladiano, sulle sue opere, nel quale pertanto il Centro di contra’ Porti potrebbe svolgere un ruolo chiave.
Nel frattempo, di quel percorso pluriennale ieri è andata in scena la prima tappa: l’inaugurazione della mostra «Il trionfo del colore. Da Tiepolo a Canaletto e Guardi», nata nel 2017 dalla collaborazione fra Comune e museo russo Pushkin di Mosca, sponsorizzata da Intesa San Paolo e organizzata da Mondomostre. L’esposizione rappresenta la seconda parte della mostra allestita al museo russo da luglio a ottobre, che ha collezionato 2500 visitatori al giorno. Da quell’esperienza i quadri sono stati trasferiti a Vicenza, dove la mostra (in parte modificata) occupa gli spazi di Palazzo Chiericati e delle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari. Qui sono esposte 64 opere, di cui 24 provenienti dalla collezione russa del Pushkin (una alle Gallerie d’Italia) e 40 dalle collezioni dei musei civici cittadini: «Si tratta di opere di proprietà del Comune che da oltre un decennio non erano visibili al grande pubblico dichiara il sindaco - e che ora possono arricchire il patrimonio di dipinti proveniente dal museo russo». Per il primo cittadino, la mostra «rappresenta una grande opportunità per la città, sia dal punto di vista culturale che sotto il profilo dell’attrazione turistica». Anche per questo, a far da corredo alla mostra sul Settecento veneto ci sono pure itinerari che porteranno il visitatore al Palladio museum e nelle tre ville che ospitano affreschi e dipinti di quell’epoca: villa Valmarana ai Nani a Vicenza, villa CordellinaLombardi aMontecchio Maggiore e villa Zileri-Motterle a Monteviale.
Ma non c’è solo l’aspetto culturale: l’inaugurazione di ieri sera, in presenza delle autorità cittadine, si è arricchita del flash-mob dei Giovani democratici del Pd, che hanno manifestato contro l’ordinanza del sindaco che vieta di sedersi, sdraiarsi e utilizzare skateboard sugli scalini del Chiericati. Una quarantina di giovani dem si è seduta proprio su quei gradini, prima dell’arrivo delle autorità e del sindaco Rucco: «Non si migliora lo stato della piazza limitando i diritti delle persone» ha spiegato il segretario dei Giovani democratici, Enrico Grandi.
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Grandi (Giovani Pd) Non si migliora lo stato di piazza Matteotti limitando i diritti delle persone