Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Miteni, respinto il programma per pulire l’impianto chimico Mancano i tempi di intervento
È stato deciso dal vertice in prefettura: ora si attende il piano aggiornato
VICENZA Miteni, gli enti riuniti in prefettura a Vicenza respingono al mittente il cosiddetto cronoprogramma per lo svuotamento degli impianti: il testo è stato giudicato manchevole, prima di tutto, proprio del «cronoprogramma» stesso cioè di una quantificazione dei tempi in cui svolgere le operazioni di rimozione dei prodotti chimici pericolosi, dai macchinari della fabbrica chimica in fallimento di Trissino. L’azienda, al centro del caso della contaminazione in falda da Pfas, è da qualche giorno gestita direttamente dal curatore fallimentare Domenico De Rosa: «Non ci sono scadenze, ma il curatore si attiverà immediatamente per redigere il documento aggiornato» assicurano dalla prefettura. Miteni, industria soggetta alla normativa Seveso per la pericolosità delle sostanze che lavora, è in fallimento ma rimane «sorvegliata speciale»: dopo aver risolto il nodo del cronoprogramma, si attende un via libera dal tribunale all’esercizio provvisorio (per almeno tre mesi) per procedere a svuotare la struttura dei vari componenti chimici.
All’incontro di ieri mattina erano presenti i vari enti coinvolti: Comune di Trissino, Provincia, Regione, Arpav, Spisal dell’Usl 8, ispettorato del lavoro e vigili del fuoco, presenti con il neo-nominato capo del corpo nazionale Fabio Dattilo. «È stato esaminato il documento presentato dall’azienda» spiega la capo di gabinetto della prefettura Renata Carletti. Miteni, ancora prima dell’istanza di fallimento, fra gli ultimi atti aveva presentato un programma per lo svuotamento che però era stato giudicato carente in particolare sulle procedure di sicurezza. Il nuovo testo presentato ieri rispondeva alle osservazioni fatte elaborando, sostanza per sostanza e impianto per impianto, una specifica procedura. «I presenti hanno concordato sulla necessità di ulteriori approfondimenti tecnici per lo svuotamento, la messa in sicurezza e la bonifica degli impianti: quelli presentati dall’azienda non erano esaustivi – spiega il capo di gabinetto – serve un piano più completo per poter andare avanti: andrà poi sottoposto agli organismi competenti che il Comitato tecnico regionale previsto dalla normativa Seveso, e poi il comitato istituito dalla Regione per l’esame degli aspetti ambientali». Indiscrezioni riportano che il documento, circa
45 pagine più gli allegati, è stato giudicato manchevole in più aspetti, a partire dal fatto che pur trattandosi di un cronoprogramma non conterrebbe una quantificazione precisa dei tempi necessari.
Nell’incontro di ieri si è parlato anche di occupazione: la società Miteni, fra gli ultimi atti, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo dei
120 dipendenti (tutt’ora presenti in fabbrica a garantire la sicurezza degli impianti). «Accelererò la richiesta di ammortizzatore sociale al ministero del Lavoro – dichiara l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, presente ieri a Vicenza – per garantire loro un sostegno al reddito. L’obiettivo è la cassa integrazione straordinaria».