Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
INSOLVENZA
VENEZIA Veneto Banca,sulla dichiarata insolvenza ora Vincenzo Consoli chiede una perizia ai giudici. La novità è emersa ieri a Venezia nell’udienza in Corte d’appello davanti alla prima sezione civile presieduta da Mario Bazzo. In ballo un nuovo round dell’opposizione promossa a Venezia dal manager della popolare di Montebelluna alla sentenza con cui a giugno il tribunale di Treviso aveva fissato che Veneto Banca era in stato d’insolvenza il 23 giugno 2017, due giorni prima della liquidazione, accogliendo la richiesta del pubblico ministero di Treviso Massimo De Bortoli, che sta conducendo l’inchiesta penale sul crac della banca e che così può indagare anche per bancarotta.
L’appello a Venezia è a un passaggio decisivo. La discussione delle posizioni è conclusa. E sia la procura generale che i rappresentanti dell’ultimo cda, quello del fondo Atlante, guidato da Massimo Lanza, si sono rimessi alla decisione del collegio. Entrambi di fatto soddisfatti del quadro emerso e di un’eventuale pronuncia che confermasse la sentenza di primo grado.
Anche nel caso degli ex amministratori. Per il cda di Lanza, rappresentato anche ieri dal professor Lorenzo Stanghellini, Veneto Banca non era insolvente neppure dopo il 23 giugno, mentre per il tribunale di Treviso il patrimonio è azzerato se si mette sul conto anche il contributo dello Stato per la liquidazione. «Ma a questo punto poco importa - ha commentato Stanghellini a fine udienza -. Decisivo è che la Lo stato d’insolvenza, come indica l’articolo 5 della legge fallimentare, è rappresentato dalla situazione patrimoniale del debitore che non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni . L’insolvenza si manifesta in rapporto a un quadro patrimoniale e di disponibilità liquide per far fronte agli obblighi. L’imprenditore in stato d’insolvenza è dichiarato fallito. La dichiarazione d’insolvenza in sede civile è poi la base per permettere ai magistrati penali di indagare per il reato di bancarotta.