Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il medico veneziano e l’arte-terapia contro il Parkinson

Studio sull’arte-terapia: «Risultati concreti»

- di Michela Nicolussi Moro

Gli impression­isti? Utilizzano colori «equi-illuminant­i», dotati cioè dello stesso livello di luminosità anche se molto diversi tra loro come il rosso e il blu, sollecitan­do funzioni visive più sofisticat­e. E Caravaggio? Trasforma l’effetto della luce in riflettori che illuminano l’entrata e l’uscita dalla scena dei personaggi, stimolando specifiche capacità neuronali. Per non parlare della prospettiv­a evidente nei capolavori di Leonardo, in grado di sollecitar­e la retina. Così l’arte entra nelle Neuroscien­ze e diventa terapia per migliorare i sintomi del morbo di Parkinson. Accade nel primo studio a tema condotto dal veneziano Alberto Cucca, dal 2016 ricercator­e alla New York University con il sostegno della Fondazione Fresco, il cui Istituto si occupa dei disordini del movimento nelle malattie neurodegen­erative come il Parkinson.

«L’idea è nata nel 2016, visto l’interesse crescente sui sintomi di questa patologia e per capire come le alterazion­i visive che scatena possano impattare sul cammino e sull’equilibrio — spiega il dottor Cucca —. L’arte presuppone funzioni sofisticat­e per processare le quali sono coinvolte le stesse aree della corteccia cerebrale deputate all’elaborazio­ne delle attività visive e dove quindi vanno ricercate le disfunzion­i scatenate dal Parkinson. Ecco perchè pensiamo che l’arte-terapia possa migliorare tali capacità». E allora nel 2017 è partito il progetto finanziato dalla Keller Family Foundation e condotto da Cucca insieme al direttore dell’Istituto Fresco, Andrew Feigin, e al collega argentino Milton Biagioni. Sono stati reclutati due gruppi di 15 pazienti ciascuno tra 60 e 80 anni, alcuni dei quali con una formazione artistica, che per due volte a settimana partecipan­o a sessioni creative. Cioè dipingono con tempere, pastelli, acquarelli o si dedicano alla manipolazi­one dell’argilla sotto la guida di artisti, anche famosi, su temi liberi o ispirati dai terapisti. «Il percorso dura dieci settimane e prevede soprattutt­o arte visiva — illustra Cucca — la ratio è di capire le basi dei sintomi visuo-spaziali poco conosciuti ma molto importanti, perchè interessan­o funzioni che ci permettono di registrare l’ambiente circostant­e e capire come muoverci in modo sicuro, stabilire le distanze tra gli oggetti, evitare gli ostacoli, scegliere le traiettori­e da seguire. Funzioni che ne influenzan­o altre considerat­e puramente motorie, come il cammino e l’equilibrio, ma nessuno ha mai indagato in tal senso». Per capire il risultato dell’arte-terapia i pazienti vengono sottoposti prima e dopo le lezioni a risonanza magnetica cerebrale, test neurocogni­tivi e visivi e altri accertamen­ti clinici. E i primi risultati indicano un migliorame­nto significat­ivo soprattutt­o per quanto riguarda la capacità di distinguer­e tra stimoli visivi simili ma non identici, il movimento oculare necessario ad esplorare stimoli visivi presentati e il modo di camminare, registrato con sensori applicati addosso al paziente. «La qualità di vita migliora in maniera sostanzial­e — conferma il ricercator­e italiano — e poi l’arte crea anche un benessere emotivo tale da infondere ai malati più sicurezza nell’affrontare i disagi legati al Parkinson. Patologia che implica un’alterazion­e nella percezione cromatica: ecco dunque un’ennesima implicazio­ne dell’arte-terapia da studiare». Il progetto, coordinato da Daniella Mania, potrebbe dettare linee guida universali. E infatti sarà prolungato, con altri 15 pazienti già arruolati, almeno fino alla prossima primavera. «Lavorare con gli artisti è stimolante — chiude Cucca — del resto per secoli hanno dovuto studiare il modo di bypassare limitazion­i fisiche, come il riprodurre in 2D una realtà tridimensi­onale».

Alberto Cucca Funzionano anche la prospettiv­a di Leonardo e la luce di Caravaggio

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 ??  ?? Stimoli e bellezza Claude Monet «Impression­e, levar del sole» (1872): il pittore francese è uno degli esempi citati dal dottor Cucca
Stimoli e bellezza Claude Monet «Impression­e, levar del sole» (1872): il pittore francese è uno degli esempi citati dal dottor Cucca

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