Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Batteri nel macchinario la Regione chiede i danni all’azienda costruttrice
Padova, oggi il pool di esperti decide se richiamare 5mila pazienti
PADOVA La Regione ha ritirato dagli ospedali veneti il macchinario in cui si è annidato il batterio che ha ucciso sei pazienti operati a cuore aperto e si prepara a fare causa civile alla LivaNova, ditta produttrice, alla quale chiederà i danni. Oggi a Padova si riunisce il Comitato regionale per le infezioni ospedaliere, che deciderà se richiamare i 5mila pazienti operati a cuore aperto.
attacca tutti gli organi e uccide il 50% dei suoi «ospiti». Nell’altra metà il sistema immunitario riesce a sconfiggerlo.
Oggi è una giornata importante anche perché gli ispettori regionali inviati negli ospedali interessati consegneranno la relazione finale al direttore generale della Sanità del Veneto, Domenico Mantoan. Il manager dovrà comunicarne l’esito al ministero della Salute, che ha chiesto a tutte le Regioni un’analisi retrospettiva dei casi dal 2010 a oggi. Palazzo Balbi si sta coordinando con l’Emilia Romagna, che ha accertato due decessi al Salus Hospital di Reggio e sta conducendo accertamenti su altre due morti sospette avvenute nello stesso ospedale. Inoltre ha avviato una verifica su un centinaio di cartelle cliniche relative a persone sottoposte a interventi di cardiochirurgia nel periodo 2010-2017 e poi decedute e ha preallertato con una lettera tutti i 10mila soggetti operati a cuore aperto in quegli anni.
Tornando al Veneto, ha eliminato i tre dispositivi della LivaNova ancora in uso negli ospedali di Padova, Treviso e Mestre (gli Stati Uniti li hanno smaltiti da un anno), sostituendoli con apparecchi di un’azienda francese privi di aperture, come il serbatoio d’acqua inserito in quelli sotto accusa. Si tratta di «macchine stagne», però per evitare altri problemi l’ordine impartito ai direttori generali è di tenerle fuori dalla sala operatoria, alla quale saranno collegate con un tubo. Quanto alla LivaNova PLC, holding con sede nel Regno Unito che controlla la LivaNova Deutschland GmbH (ex Sorin), la Regione si prepara a intentare causa civile per ottenere il risarcimento danni. Secondo la nota inviata dal ministero della Salute alle Regioni lo scorso 20 settembre, «il sito di produzione in Germania delle apparecchiature LivaNova Stockert 3T è stato indicato come probabile luogo di infezione». Insomma, i dispositivi sarebbero usciti già contaminati dalla fabbrica.