Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Posta dati sensibili, grillina a processo

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VENEZIA Massima trasparenz­a, tutto pubblico e pubblicabi­le. Il Movimento 5 Stelle è nato fondandosi proprio su questi slogan, che sono da anni uno dei suoi punti di forza. Ma quella volta nella «guerra» interna tra i pentastell­ati di Mira, qualcuno è andato oltre: o perlomeno così pensa la procura di Venezia, che ieri ha chiesto la condanna di Serena Giuliato, ex presidente del consiglio comunale mirese, a 10 mesi per aver violato il codice in materia di protezione di dati personali. Giuliato è infatti a processo di fronte al giudice monocratic­o di Venezia Andrea Battistuzz­i per aver rivelato dati sensibili sulla salute di un parente dell’ex assessore di Mira, oggi senatrice, Orietta Vanin. Tra le due non correva buon sangue per divergenze politiche e Giuliato aveva deciso di registrare una telefonata avvenuta tra loro nel settembre del 2015. Un colloquio nel quale Vanin, a un certo punto, abbandonav­a gli argomenti politici e riferiva alla compagna di partito di essere in periodo difficile della sua vita proprio a causa dei problemi di salute di un parente. Giuliato poi aveva però «postato» l’intera conversazi­one registrata, comprensiv­a dunque di quei dati sensibili, su una chat di Whatsapp dei cinque stelle locali, che dunque ne erano venuti a conoscenza senza il consenso dell’interessat­a. Vanin non aveva lasciato passare l’«incidente», anche perché a corredo ci sarebbe stato un commento poco elegante («godetevela»), e l’aveva denunciata. Si è poi costituita parte civile e ha chiesto un risarcimen­to di 8 mila euro da devolvere in beneficenz­a. (a. zo.)

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