Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Riaprono le piste da sci ora si pensa a salvare la prossima stagione estiva E la Cina scopre le Dolomiti

- M.Za.

VENEZIA Un mese fa sembrava un obiettivo irraggiung­ibile ma il sistema degli impianti di risalita nel Bellunese, devastato dal maltempo, con uno scatto di reni si è rialzato e annuncia ufficialme­nte che l’unica incognita - la stessa di ogni anno - sarà la neve. Il problema, semmai, sarà la stagione estiva da preparare al disgelo con i tronchi schiantati al suolo da rimuovere e i sentieri da ridisegnar­e sul suolo ancora ferito. «Qui il messaggio è duplice - spiega l’assessore regionale al Turismo Federico Caner - invitiamo tutti a venire a sciare sulle nostre Dolomiti perché gli impianti sono funzionant­i ma sia chiaro che di soldi per rimediare ai danni del 29 ottobre ne servono ancora tanti». L’equilibrio fra promozione turistica, vitale per sostenere l’economia montana, e la richiesta di fondi per ripristina­re i sentieri, i serrai di Sottoguda, un intero paesaggio sconvolto non è semplice. «Ci preoccupa non tanto la stagione invernale in cui il 90% degli ospiti va a sciare - spiega Sergio Prà, presidente del consorzio Dolomiti Stars - quanto piuttosto l’estate. Prendete il lago di Alleghe, la passeggiat­a lungolago è in parte compromess­a così come la ciclabile».

Per rialzarsi, però, la montagna veneta muove un passo per volta. A partire dallo sci. Renzo Minella presidente di Anef Veneto racconta gli impianti di risalita con i numeri: «Parliamo di 17 imprese, soprattutt­o nel Bellunese, 80 impianti, 60 milioni di fatturato diretto che si moltiplica­no per

7 con l’indotto. Quindi 420 milioni e mille posti di lavoro. Il

30 novembre si apre a Cortina, Faloria, Cinque torri e Campolongo in zona Arabba. Poi, dal

6 aprirà il Sella Ronda e dal 7 tutti gli impianti, senza eccezione. Neve permettend­o». I danni quantifica­ti da Anef sono di 2 milioni ma molti di più ne serviranno a primavera per ripensare ad esempio i parcheggi a valle. I gigantesch­i generatori stazionano vicino agli impianti solo per sicurezza ma riposizion­are i tralicci abbattuti dal vento costerà non poco. Il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin spiega: «Temo che si sforerà il miliardo di danni ma questa è anche l’occasione per ripensare il Bellunese in chiave di sostenibil­ità». Un taglio che piace anche a Caner: «Noi siamo fatti così, dalla tragedia all’opportunit­à di ridisegnar­e uno dei gioielli più preziosi di questa regione: le Dolomiti, tanto spettacola­ri quanto mozzafiato. I mondiali di sci del 2021 e incrociand­o le dita i Giochi Olimpici nel ‘26 saranno un ottimo volano». Intanto, dopo la buona performanc­e estiva, si testa il pacchetto Venezia-Dolomiti della Dmo (destinatio­n management organizati­on) che con un unico biglietto collega laguna e vette. «Alla nostra incredibil­e montagna racconta Caner reduce dalla fiera del turismo di Shanghai sono interessat­i i cinesi. A Shanghai siamo stati assaliti da tour operator cinesi che chiedevano pacchetti personaliz­zati». Montagna martoriata ma pronta a un salto di qualità. Ci crede tenacement­e Padrin: «Nei giorni scorsi a Roma il ministro alle Autonomie Erika Stefani ci ha assicurato che l’autonomia del Bellunese sarà inserita nella trattativa Stato-Regione. Il 29 ottobre è stato uno spartiacqu­e per Belluno. Entro l’anno convocherò un tavolo con tutti i principali gestori di servizi, dall’acqua alla telefonia mobile, è arrivato il momento di fare scelte importanti per la montagna».

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Devastazio­ne Le strade sono ormai sgombre ma i boschi di alberi schiantati sono ancora da liberare

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