Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ieg, si va dritti verso Piazza Affari ma è a rischio l’aumento di capitale
Consob ha approvato il prospetto informativo ad una settimana dalla quotazione
VICENZA Ieg, dritti verso Piazza Affari: la società fieristica riminese-vicentina ieri ha incassato dall’authority Consob il via libera alla pubblicazione del documento di registrazione. È stato quindi superato l’ultimo, ipotetico ostacolo all’ammissione alle negoziazioni in Borsa. Ma nelle oltre 400 pagine che riassumono presente, passato e previsioni future di Italian Exhibition Group non mancano le sorprese: prima fra tutte viene citata la possibilità (o meglio il rischio) che l’aumento di capitale possa essere ridotto o addirittura non eseguito.
Ieg, colosso con 130,7 milioni di euro di ricavi nel 2017 (e 9,1 milioni di utili), è nata a fine
2016 dalla fusione fra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, con quota di maggioranza ai romagnoli. La quotazione in Borsa è un obiettivo atteso da anni e a questo fine lo scorso 17 ottobre la società con un’assemblea straordinaria ha deliberato un aumento di capitale. Le azioni oggetto dell’offerta deriveranno da questa quota e dalla vendita di titoli da parte dei soci Rimini Congressi e Salini Impregilo.
A rendere noto che è stato fatto anche il passaggio con l’autorithy è la stessa Ieg, che ipotizza a breve un avvio della compravendita di titoli: «L’inizio delle negoziazioni, atteso per il
6 dicembre 2018, sarà stabilito da Borsa Italiana» con un avviso successivo e dopo che la società borsistica avrà verificato una costituzione di flottante sufficiente.
Il documento di registrazione depositato in Consob (e pubblicato nel sito internet di Ieg) elenca, già nelle prime pagine, una serie di avvertenze per i futuri investitori. Fra i passaggi cruciali c’è la prelazione, nella cessione di azioni, dei titoli in possesso degli azionisti venditori. E il rischio che ne deriva: nel caso di «un’eventuale riduzione delle azioni collocate nell’ambito dell’offerta, si procederà dapprima alla riduzione delle azioni oggetto dell’aumento di capitale». Per Rimini Congressi è infatti «condizione essenziale» ricavare dalla cessione delle proprie azioni un importo «pari almeno a 18 milioni di euro». Inoltre le intese pre-esistenti obbligano anche alla vendita di tutte le azioni di Salini Impregilo. In caso quindi il collocamento si limiti alle azioni poste in vendita dai due soci, l’aumento di capitale «potrebbe ridursi o anche non essere eseguito», con l’eccezione della costituzione del «flottante minimo» per essere ammessi alle negoziazioni. È l’ipotesi peggiore, comunque citata a beneficio degli investitori: se si avverasse Ieg sarà costretta a supportare strategia e investimenti con «nuove fonti di finanziamento».
Ampio spazio viene poi dedicato a recenti dimissioni: non sono solo quelle a inizio novembre del vicepresidente Marzotto, di cui viene ricordato il disaccordo nella mancata conferma dell’ex dg Corrado Facco, ma anche quelle il 28 settembre del presidente dell’organismo di vigilanza Perucca Orfei. Qualche settimana prima l’avvocato, riporta la nota, aveva inviato 12 segnalazioni relative a criticità nei processi aziendali di selezione e contrattualizzazione di fornitori, per il rischio di conflitti d’interesse.
Infine, il documento depositato in Consob dedica ampio spazio al diritto di voto maggiorato (due voti per ogni azione) che verrà introdotto con la quotazione per le azioni di proprietà di soci da almeno 36 mesi, inserite in un elenco speciale di nuova creazione: Rimini Congressi lo otterrà per circa due terzi dei propri titoli, e in caso sia l’unica a richiederlo andrà a pesare sul totale dei voti in assemblea per il 75,5 per cento del totale.