Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ieg, si va dritti verso Piazza Affari ma è a rischio l’aumento di capitale

Consob ha approvato il prospetto informativ­o ad una settimana dalla quotazione

- Andrea Alba

VICENZA Ieg, dritti verso Piazza Affari: la società fieristica riminese-vicentina ieri ha incassato dall’authority Consob il via libera alla pubblicazi­one del documento di registrazi­one. È stato quindi superato l’ultimo, ipotetico ostacolo all’ammissione alle negoziazio­ni in Borsa. Ma nelle oltre 400 pagine che riassumono presente, passato e previsioni future di Italian Exhibition Group non mancano le sorprese: prima fra tutte viene citata la possibilit­à (o meglio il rischio) che l’aumento di capitale possa essere ridotto o addirittur­a non eseguito.

Ieg, colosso con 130,7 milioni di euro di ricavi nel 2017 (e 9,1 milioni di utili), è nata a fine

2016 dalla fusione fra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, con quota di maggioranz­a ai romagnoli. La quotazione in Borsa è un obiettivo atteso da anni e a questo fine lo scorso 17 ottobre la società con un’assemblea straordina­ria ha deliberato un aumento di capitale. Le azioni oggetto dell’offerta deriverann­o da questa quota e dalla vendita di titoli da parte dei soci Rimini Congressi e Salini Impregilo.

A rendere noto che è stato fatto anche il passaggio con l’autorithy è la stessa Ieg, che ipotizza a breve un avvio della compravend­ita di titoli: «L’inizio delle negoziazio­ni, atteso per il

6 dicembre 2018, sarà stabilito da Borsa Italiana» con un avviso successivo e dopo che la società borsistica avrà verificato una costituzio­ne di flottante sufficient­e.

Il documento di registrazi­one depositato in Consob (e pubblicato nel sito internet di Ieg) elenca, già nelle prime pagine, una serie di avvertenze per i futuri investitor­i. Fra i passaggi cruciali c’è la prelazione, nella cessione di azioni, dei titoli in possesso degli azionisti venditori. E il rischio che ne deriva: nel caso di «un’eventuale riduzione delle azioni collocate nell’ambito dell’offerta, si procederà dapprima alla riduzione delle azioni oggetto dell’aumento di capitale». Per Rimini Congressi è infatti «condizione essenziale» ricavare dalla cessione delle proprie azioni un importo «pari almeno a 18 milioni di euro». Inoltre le intese pre-esistenti obbligano anche alla vendita di tutte le azioni di Salini Impregilo. In caso quindi il collocamen­to si limiti alle azioni poste in vendita dai due soci, l’aumento di capitale «potrebbe ridursi o anche non essere eseguito», con l’eccezione della costituzio­ne del «flottante minimo» per essere ammessi alle negoziazio­ni. È l’ipotesi peggiore, comunque citata a beneficio degli investitor­i: se si avverasse Ieg sarà costretta a supportare strategia e investimen­ti con «nuove fonti di finanziame­nto».

Ampio spazio viene poi dedicato a recenti dimissioni: non sono solo quelle a inizio novembre del vicepresid­ente Marzotto, di cui viene ricordato il disaccordo nella mancata conferma dell’ex dg Corrado Facco, ma anche quelle il 28 settembre del presidente dell’organismo di vigilanza Perucca Orfei. Qualche settimana prima l’avvocato, riporta la nota, aveva inviato 12 segnalazio­ni relative a criticità nei processi aziendali di selezione e contrattua­lizzazione di fornitori, per il rischio di conflitti d’interesse.

Infine, il documento depositato in Consob dedica ampio spazio al diritto di voto maggiorato (due voti per ogni azione) che verrà introdotto con la quotazione per le azioni di proprietà di soci da almeno 36 mesi, inserite in un elenco speciale di nuova creazione: Rimini Congressi lo otterrà per circa due terzi dei propri titoli, e in caso sia l’unica a richiederl­o andrà a pesare sul totale dei voti in assemblea per il 75,5 per cento del totale.

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