Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ora il Prosecco è un fenomeno anche turistico

- Mauro Pigozzo

TREVISO «Dobbiamo entrare nell’elite mondiale dell’enoturismo. La zona del Prosecco deve diventare destinazio­ne turistica al pari dello Champagne, della Borgogna, di Bordeaux o, per restare in Italia, delle Langhe». È l’obiettivo di Innocente Nardi, presidente del consorzio della Docg del Prosecco di Conegliano e Valdobbiad­ene. La dichiarazi­one arriva durante la presentazi­one del Rapporto economico annuale, curato dal Cirve, il Centro studi di distretto insieme all’Università di Padova. La novità è che, dopo aver tanto venduto all’estero, gli stranieri si sono incuriosit­i e vengono in Italia a visitare le cantine. Nei 15 Comuni della Docg nel 2017 sono arrivati

150 mila visitatori (+10,6%) , di cui 65 mila stranieri, per 350 mila notti trascorse in alberghi e B&B (+18,1%). «Non abbiamo paura di venir soffocati dal turismo di massa, come a Venezia -, incalza Nardi -. I nostri sono visitatori di alta capacità di spesa, che cercano le eccellenze. Sappiamo che dall’estero in molti guardano alle nostre aziende per investire. Ma nessuno potrà sostituire una realtà legata al territorio, che generazion­e dopo generazion­e è cresciuta». Fermento destinato ad aumentare quando arriverà il riconoscim­ento Unesco (nonostante i problemi aperti), così come da ieri per il Soave.

Il resto è il racconto di un fenomeno economico dal valore in crescita. Il 2017 si è chiuso con

91,4 milioni di bottiglie prodotte per un valore di

502,6 milioni di euro e un costo unitario medio a bottiglia di 5,5 euro (all’origine). Sul 2016 +2% sul valore e +1% sui volumi. I segni positivi proseguono da cinque anni, anche sul fronte delle «cru»: in crescita le vendite dei prodotti di maggior pregio come le Rive (+ 5%) e le produzioni biologiche (+30%). Così, le case spumantist­iche arrivano a 185 e crescono gli addetti del settore:

+10% in vigneto (370), + 9% in cantina (288), +3% gli enologi a tempo pieno, 288, +7% personale amministra­tivo, 670, e ben + 40% personale dedicato all’export, 182. Incalza Vasco Boatto, responsabi­le del Centro Studi di Distretto: «La crescita avviene in uno scenario di ricambio generazion­ale con una forte partecipaz­ione femminile, il 41% dei giovani che entrano nel settore. La Denominazi­one nel suo complesso conta 6.245 addetti».

Sul fronte export, si confermano i mercati storici. Nel 2017 crescita dell’1,6% a volume ma ben sul 6,3% a valore. Continuano a crescere i principali Paesi importator­i europei come la Germania (a valore +8,4% con volume stabile da più di 43 milioni di bottiglie); seguono l’Austria (+14.5% a valore e + 5% a volume), e il Regno Unito (+38.5% a valore e 35% a volume). La Brexit non fa paura a Nardi. «Le barriere non aiutano nessuno, ma noi non credo pagheremo il conto: il consumator­e è sempre più orientato sulla qualità. E a chi mi chiede se per affrontare i mercati esteri non sarebbe meglio un consorzio unico rispondo che ci si può ragionare, a patto che sia chiaro che il mondo del Prosecco è guidato dalla sua eccellenza, ossia Conegliano e Valdobbiad­ene».

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