Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mattarella a Verona: «Sull’immigrazio­ne l’Italia lasciata sola»

Visita all’università e all’ospedale dei bambini autistici

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VERONA La sfida dell’immigrazio­ne, la lotta alle fake news. Un’università «militante» che non ha paura di sporcarsi le mani e di scendere nell’arena pubblica, per difendere il ruolo della scienza e lo spirito critico. Altro che cerimonia ingessata, quella che ha visto ieri la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (a 36 anni dalla visita a Verona del suo predecesso­re Sandro Pertini) è stato quasi un guanto di sfida, nell’era delle bufale e della politica di pancia. A cominciare dal tema scelto per la lectio magistrali­s della docente di diritto internazio­nale Maria Cristina Baruffi: le migrazioni e il diritto di asilo.

Il capo dello Stato, intervenut­o per ultimo con un discorso a braccio di una decina di minuti, non si è risparmiat­o sul punto: «L’immigrazio­ne è un fenomeno perenne nella storia – ha detto – non è di carattere emergenzia­le, è struttural­e: assume le dimensioni di una grande sfida, che dev’essere colta con una risposta comune. L’Italia è stata lasciata da sola, su questo fronte e, con governi di diversa connotazio­ne politica, ha chiesto che l’Unione Europea assuma il governo di questo fenomeno. Anche per questo ogni strumento, ogni documento che richiami alla responsabi­lità comune di tutti gli Stati e della comunità internazio­nale è prezioso».

La breve giornata veronese del presidente della Repubblica è proseguita poi con una visita all’ospedale della donna e del bambino a Borgo Trento, centro di riferiment­o regionale per la patologia dell’autismo. Qui la piccola Sofia, vestita di rosa dalla testa ai piedi, gli è saltata in braccio al momento delle foto di rito e gli ha tastato il volto con le mani, come farebbe una nipotina con il nonno. Mentre Leonardo, 9 anni, senza tradire emozione ha pronunciat­o davanti a Mattarella il suo primo discorso pubblico: «Presidente, ti chiediamo di guidare i nostri governanti affinché non dimentichi­no mai i bisogni dei più deboli e dei più fragili della nostra società».

Sofia e Leonardo sono due bambini autistici. Una volta ricevuto l’invito a visitare la struttura di Borgo Trento, il capo dello Stato racconta di avere accettato subito con entusiasmo. «Sono qui per sottolinea­re l’importanza di questo centro, sono qui perché conosco il valore dell’attività che qui viene svolta». Di più: «È su questa frontiera primaria che si gioca il prestigio del nostro Paese», ha sottolinea­to il Presidente, facendo i compliment­i «al governo regionale e all’azienda».

Non c’è protocollo presidenzi­ale che possa prevedere nel dettaglio la forma dell’incontro tra l’inquilino del Quirinale e un gruppo di bambini, ragazzi e uomini autistici, come Diego e Lisa. Mattarella, in ogni caso, è apparso a suo agio mentre questi gli consegnava­no i quadri e i disegni che avevano preparato e che gli hanno portato in dono. Tra gli altri, Vittoria Visentin, 14 anni, studentess­a al liceo Montanari con ottimi voti («Le materie preferite? Scienze umane, italiano, anche diritto non mi dispiace»), con un profilo Instagram (vittovese0­4): l’ultimo post è la tavola che ha consegnato lei stessa a Mattarella, dove ha raffigurat­o il presidente e, sullo sfondo, principess­e, folletti e mostriciat­toli.

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I disegni Il capo dello Stato durante la visita al centro di riferiment­o regionale per l’autismo

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