Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Economia vicentina, brusca frenata Vescovi: è il dato peggiore dal 2015
Gli industriali: «Non aiuta un governo che vede le imprese come una scocciatura»
VICENZA L’economia vicentina frena bruscamente: nel terzo trimestre la produzione cresce ancora ma sotto l’un per cento, e l’export fuori dall’Unione Europea (cioè nel resto del mondo) è in calo. È l’analisi congiunturale di Confindustria Vicenza e per l’associazione è il dato peggiore dal 2015. Secondo il presidente degli industriali Luciano Vescovi pesano le incertezze sullo scenario economico-politico internazionale ma anche «un governo che vede le imprese come una scocciatura».
Il primo dato su cui si concentra l’indagine è la produzione industriale: fra luglio e settembre viene data in salita dello 0,86 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017, mentre l’anno prima (nello stesso trimestre) era salita di quasi quattro punti percentuali. Per l’associazione è una «frenata non indifferente», considerato che il primo e secondo trimestre di quest’anno avevano mostrato un andamento molto più vivace, con un più 3,16 per cento e un più 4,28 per cento. Male anche le vendite: sul mercato interno ci si ferma a una media di più 0,77 per cento, mentre l’anno scorso lo stesso trimestre aveva segnato un più 3,52 per cento e anche da aprile a giugno di quest’anno le vendite italiane avevano registrato tre punti di crescita. Notizie migliori arrivano dalle vendite in area Ue, che cresce dell’1,76 per cento (l’anno scorso e nel precedente trimestre aveva sfiorato i cinque punti in più). Gli industriali parlano invece di un vero e proprio «allarme» per il mercato extra europeo, dove le vendite registrano un meno 0,66 per cento. Un anno fa lo stesso trimestre aveva registrato un più 6,47 per cento.
I portafogli ordini rimangono stabili per il
36 per cento delle aziende. Quanto alla liquidità, rispetto al secondo trimestre di quest’anno la percentuale di aziende che denunciano tensioni resta stabile al 13 per cento. I prezzi delle materie prime vengono dati in crescita (del 2,08 per cento) e quelli dei prodotti finiti dello 0,84 per cento. Quanto all’occupazione, è in crescita: fra luglio e settembre si registra un incremento di addetti del 2,05 per cento. Quanto ai settori, le performance sono tutte positive per meccanica, materie plastiche, sistema moda e vetro. Rallentano gli indicatori di alimentari, carta e grafica, nell’occupazione anche la concia. In negativo produzione ed export per l’orafo, e sono negativi tutti gli indici di chimica e legno-mobile.
«Stiamo assistendo ad una fase del ciclo economico mondiale che penalizza il mercato libero a tutte le latitudini tra dazi, sanzioni, chiusure di confini e incertezza geopolitica» osserva Vescovi. Ma per il presidente degli industriali «anche negli anni scorsi l’incertezza era un fattore, solo che a questo si aggiunge un clima interno che spinge le imprese a pensarci quattro volte prima di fare un investimento: i progetti sulle infrastrutture continuamente messi in discussione, un mercato del lavoro reso ancora più rigido dallo sciagurato decreto dignità, l’alternanza scuola lavoro depotenziata e la volontà di far debiti per misure assistenziali anziché per investimenti pongono tanti, troppi dubbi sul futuro».
Bene meccanica, materie plastiche, sistema moda e vetro. Rallentano alimentari, carta e grafica, nell’occupazione anche la concia