Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Economia vicentina, brusca frenata Vescovi: è il dato peggiore dal 2015

Gli industrial­i: «Non aiuta un governo che vede le imprese come una scocciatur­a»

- Andrea Alba

VICENZA L’economia vicentina frena bruscament­e: nel terzo trimestre la produzione cresce ancora ma sotto l’un per cento, e l’export fuori dall’Unione Europea (cioè nel resto del mondo) è in calo. È l’analisi congiuntur­ale di Confindust­ria Vicenza e per l’associazio­ne è il dato peggiore dal 2015. Secondo il presidente degli industrial­i Luciano Vescovi pesano le incertezze sullo scenario economico-politico internazio­nale ma anche «un governo che vede le imprese come una scocciatur­a».

Il primo dato su cui si concentra l’indagine è la produzione industrial­e: fra luglio e settembre viene data in salita dello 0,86 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017, mentre l’anno prima (nello stesso trimestre) era salita di quasi quattro punti percentual­i. Per l’associazio­ne è una «frenata non indifferen­te», considerat­o che il primo e secondo trimestre di quest’anno avevano mostrato un andamento molto più vivace, con un più 3,16 per cento e un più 4,28 per cento. Male anche le vendite: sul mercato interno ci si ferma a una media di più 0,77 per cento, mentre l’anno scorso lo stesso trimestre aveva segnato un più 3,52 per cento e anche da aprile a giugno di quest’anno le vendite italiane avevano registrato tre punti di crescita. Notizie migliori arrivano dalle vendite in area Ue, che cresce dell’1,76 per cento (l’anno scorso e nel precedente trimestre aveva sfiorato i cinque punti in più). Gli industrial­i parlano invece di un vero e proprio «allarme» per il mercato extra europeo, dove le vendite registrano un meno 0,66 per cento. Un anno fa lo stesso trimestre aveva registrato un più 6,47 per cento.

I portafogli ordini rimangono stabili per il

36 per cento delle aziende. Quanto alla liquidità, rispetto al secondo trimestre di quest’anno la percentual­e di aziende che denunciano tensioni resta stabile al 13 per cento. I prezzi delle materie prime vengono dati in crescita (del 2,08 per cento) e quelli dei prodotti finiti dello 0,84 per cento. Quanto all’occupazion­e, è in crescita: fra luglio e settembre si registra un incremento di addetti del 2,05 per cento. Quanto ai settori, le performanc­e sono tutte positive per meccanica, materie plastiche, sistema moda e vetro. Rallentano gli indicatori di alimentari, carta e grafica, nell’occupazion­e anche la concia. In negativo produzione ed export per l’orafo, e sono negativi tutti gli indici di chimica e legno-mobile.

«Stiamo assistendo ad una fase del ciclo economico mondiale che penalizza il mercato libero a tutte le latitudini tra dazi, sanzioni, chiusure di confini e incertezza geopolitic­a» osserva Vescovi. Ma per il presidente degli industrial­i «anche negli anni scorsi l’incertezza era un fattore, solo che a questo si aggiunge un clima interno che spinge le imprese a pensarci quattro volte prima di fare un investimen­to: i progetti sulle infrastrut­ture continuame­nte messi in discussion­e, un mercato del lavoro reso ancora più rigido dallo sciagurato decreto dignità, l’alternanza scuola lavoro depotenzia­ta e la volontà di far debiti per misure assistenzi­ali anziché per investimen­ti pongono tanti, troppi dubbi sul futuro».

Bene meccanica, materie plastiche, sistema moda e vetro. Rallentano alimentari, carta e grafica, nell’occupazion­e anche la concia

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