Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Palazzo Thiene, si riapre il dialogo con il ministero «Diventi museo pubblico»

- di Gian Maria Collicelli

VICENZA Di nuovo i contatti con il ministero della Cultura ma anche con Regione e Soprintend­enza alle Belle arti di Verona. E di nuovo l’obiettivo non ancora raggiunto - di far rientrare Palazzo Thiene nel patrimonio pubblico della città. Nei giorni in cui si torna a parlare delle sorti degli exvertici di Banca popolare di Vicenza (oggi inizia il processo - articolo a pagina 17) riemerge pure la questione di uno dei pezzi pregiati del patrimonio dell’ex-istituto di credito berico in città, ovvero la sede storica di Palazzo Thiene. Sulla quale, però, per il sindaco, Francesco Rucco, c’è un pericolo che incombe: «C’è il rischio che il vincolo che lega le opere al palazzo possa essere rimosso e in quel caso si aprirebbe una possibilit­à concreta di vendita dell’immobile».

A far tornare d’attualità il destino dell’immobile in centro storico è una mozione presentata - e approvata - giovedì in consiglio comunale dai consiglier­i di minoranza Giovanni Selmo e Sandro Pupillo (Da adesso in poi), che chiedono all’amministra­zione un impegno su due fronti: avviare «una trattativa con ministero per i Beni culturali per garantire il trasferime­nto di Palazzo Thiene nel patrimonio pubblico» e istituire «un tavolo tecnico di concertazi­one» con Soprintend­enza, Regione, Cisa (Centro internazio­nale di studi Andrea Palladio) e Fondazione Roi per «stendere un progetto di gestione di Palazzo Thiene».

Al centro, infatti, c’è il palazzo palladiano che dal 1872 allo scorso anno è stata la sede storica della banca vicentina e che si è trasformat­o nei decenni in uno scrigno di opere d’arte, fra cui 115 dipinti, 17 sculture d’arte moderna, 317 incisioni e monete di epoca veneziana. Un patrimonio così vasto e importante da spingere la Soprintend­enza alle Belle arti, nel 2016, a porre un «vincolo pertinenzi­ale» sulle opere, legandole al palazzo, dal quale non possono essere scisse. E così facendo, imponendo nei fatti come unica destinazio­ne d’uso dell’edificio quella museale. Il punto è che Palazzo Thiene è nella lista dei beni affidati dall’ex-liquidator­e della banca all’advisor milanese «Vitale & Co», con l’obiettivo di vendere un patrimonio stimato in circa 400 milioni di euro (di cui 12 milioni il valore del palazzo palladiano). E qui subentra il vincolo culturale: «Finché rimane - spiega Rucco - la vendita è difficile. Ma il rischio che possa essere rimosso esiste e va scongiurat­o». Da qui la volontà del Comune di avviare i contatti con il Governo proprio per assicurars­i del mantenimen­to del vincolo «oppure almeno per avere la garanzia che in caso di vendita effettiva lo Stato eserciti il diritto di prelazione». Il soprintend­ente alle Belle arti di Verona, Fabrizio Magani, precisa che «non ci sono notizie relative a una rimozione del vincolo pertinenzi­ale - spiega - ma l’operato del Comune va nel senso giusto di mettere in campo una strategia precisa per il futuro del Palazzo».

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Da difendere Palazzo Thiene in centro storico

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