Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tragedia di Pianezze, spunta l’ipotesi del doppio suicidio: lei consenzien­te

L’autopsia: niente droghe nella donna. Sarebbe stata d’accordo col marito

- Benedetta Centin

PIANEZZE Nessuna dose massiccia di psicofarma­ci per riuscire a legare un cappio al collo alla moglie, senza che reagisse, e fare lo stesso sul suo subito dopo. Solo la dose di antidepres­sivi che entrambi, marito e moglie, stavano assumendo. Con in più dell’alcol (individuat­o poi nel sangue di lui), ma non in grandi quantità, quanto sufficient­e probabilme­nte per trovare il coraggio di mettere in atto quel piano di morte a due, quell’ omicidio suicidio. Un drammatico disegno per rimanere assieme fino all’ultimo respiro e non oltre. Per non sopravvive­re all’altro.

Potrebbe esserci stato un accordo tacito tra Valter Magrin e Paola Bosa, marito e moglie di 58 e 56 anni che sono stati trovati morti impiccati nel capanno degli attrezzi della loro villetta, a Pianezze, la sera del 6 settembre dal figlio Luca, che vive nella stessa bifamiliar­e con la compagna. Un’ipotesi delineata dagli inquirenti anche in base agli esiti dell’autopsia, quella che ci sia stato un accordo-consenso della donna con il marito. Lui, operaio in pensione da quattro mesi, era caduto in una profonda depression­e per problemi economici che in realtà non c’erano, per una casa in costruzion­e dove dovevano andare a vivere per lasciare la loro al figlio. Un male di vivere che aveva in qualche modo contagiato anche lei, per quanto in una forma più lieve. Dagli accertamen­ti medici disposti dal pubblico ministero Maria Elena Pinna, che si appresta ad archiviare l’indagine, è stato infatti escluso che la donna, apprezzata ceramista dipendente di un laboratori­o di Nove, fosse stata stordita con una maxi dose di psicofarma­ci. Come era stato supposto inizialmen­te.

Di qui l’idea che Paola fosse stata consenzien­te quando il compagno di una vita le ha stretto un cappio al collo. Ma allora non si spiega perché avesse le mani legate dietro alla schiena. Forse Valter temeva che potesse opporsi, a sorpresa, e l’ha limitata. Di sicuro non sono stati trovati segni di violenza o reazione, il che avvalora l’ipotesi. Altra certezza il fatto che il decesso della coppia risalisse a 24 ore prima il ritrovamen­to e che in casa non siano stati rinvenuti biglietti, nulla che potesse spiegare quella doppia tragedia. Solo una bottiglia di superalcol­ico che l’uomo ha assunto in quantità limitate, forse per darsi forza.

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La coppia Valter Magrin, pensionato di 58 anni, con la moglie Paola Bosa, operaia di 56. Sono stati trovati impiccati

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