Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Manovra da 17 miliardi Ecco come saranno spesi
Maltempo, fondo da 10 milioni per le imprese. Un piano per unire Cortina e Alleghe
Una manovra da 17 miliardi, in un Veneto «tax free» come Luca Zaia, rivendicando la scelta di non applicare l’addizionale Irpef. Nella presentazione del bilancio, il governatore si è soffermato a lungo sui problemi della montagna, annunciando un fondo di rotazione da 10 milioni ma ammettendo le sue preoccupazioni per l’emergenza tronchi.
Subito, grazie ad un emendamento dell’assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato, un fondo di rotazione da 10 milioni per le imprese colpite dal maltempo (i soldi arrivano da Veneto Sviluppo). Più avanti, come annunciato dal presidente Luca Zaia, un progetto da 64 milioni (la metà pare siano disposti a metterla i privati) per collegare Cortina ad Arabba e al comprensorio del Civetta: «Creeremo un carosello più grande e più bello del Sellaronda - dice Zaia - e questo è il miglior risarcimento per la montagna». Nel mezzo, l’emergenza dei tronchi abbattuti dal vento, che si sta rivelando perfino più complessa di quanto non si fosse immaginato: «Abbiamo concluso la mappatura satellitare spiega Zaia - e ora procederemo con la suddivisione in lotti funzionali, ma ci sono diversi problemi: le imprese ci dicono che non possono arrivare nei punti non collegati dalla viabilità; il 30% dei boschi colpiti è di proprietà privata; la Regione non ha una società pubblica che le permette di commercializzare il legno. Per questo manderemo nei prossimi giorni i nostri tecnici in Francia, dove nel 2006 si è verificato un caso simile, gestito molto bene, per vedere il da farsi. Poi procederemo con i rimboschimenti, cominciando dalle zone più turistiche». Per il 10 dicembre sarà chiusa la stima dei danni (abbozzata a un miliardo), poi Palazzo Balbi diffonderà un dossier, realizzato gratuitamente da Grafica Veneta, sul disastro che ha colpito 100 mila ettari di bosco. I soldi per i risarcimenti? «Lo Stato ci ha già dato 15 milioni e ne ha stanziati altri 253 per undici Regioni. Aspettiamo di capire quanto arriverà dall’Europa, poi ci muoveremo di conseguenza».
Zaia affronta questo e molti altri argomenti (sull’autonomia relazionerà lunedì mattina la Consulta a Palazzo Balbi, «me l’aspetto sotto l’albero di Natale») durante la presenta- zione della manovra 2019, seguita alle polemiche per la sua assenza la scorsa settimana (era a Tokyo per le Olimpiadi del 2026). «È una manovra da 17,3 miliardi, in gran parte vincolati; 9 miliardi sono dedicati alla sanità, dove continueremo ad investire nei nostri 68 ospedali con scelte di avanguardia che fanno del nostro servizio sanitario il primo d’Italia. Poi ci sono 21 milioni l’anno per i forestali, 65 milioni per il cofinanziamento dei fondi Ue, 24 milioni per la formazione professionale, 20 milioni per il dissesto idrogeologico, dove abbiamo ricominciato ad investire dal 2010 dopo 80 anni di immobilismo, 10 milioni per il controllo dei viadotti da parte di Veneto Strade». La spesa libera a disposizione della giunta, confermando la tendenza degli ultimi anni, è di 70 milioni (erano 500 nel 2010) ma ciò nonostante il presidente conferma e rivendica la scelta di non applicare alcuna addizionale Irpef, «lasciando così nelle tasche dei veneti 1,1 miliardi l’anno. Veneto tax free». Menzione a parte per le paritarie, l’unico punto su cui Zaia guarda polemicamente al governo amico: «Mi arrabbiavo con quello precedente e mi arrabbio con questo, perché non è possibile che la spesa, 32 milioni, sia totalmente a carico nostro e delle parrocchie. Parliamo di una rete che accoglie 90 mila bambini, facendo risparmiare allo Stato 250 milioni l’anno».
Sul fronte delle entrate, Zaia si dice soddisfatto dei risultati raggiunti dal piano delle alienazioni (13 milioni l’incasso nel 2018) portato avanti dal suo vice, Gianluca Forcolin, che in quanto titolare del Bilancio, ieri era alle prese con i 70 emendamenti depositati dall’opposizione. Sono stati cassati tutti (compreso quello dei leghisti vicentini per il riconoscimento del «marmo di Asiago», ritenuto inammissibile alla stregua di quelli sull’abolizione del ticket e la riduzione delle liste d’attesa), con due sole eccezioni: il finanziamento della legge firmata dal dem Claudio Sinigaglia sul Veneto «Terra di pace», e l’obbligo per le società di telecomunicazioni e sottoservizi di pagare il canone per l’uso dei beni del demanio idrico (norma voluta dal forzista Massimo Giorgetti che porterà soldi freschi nella casse della Regione). Approvati, ovviamente, gli emendamenti della giunta: 850 mila euro in due anni per le vittime delle valvole killer, 1,2 milioni in tre anni per le farmacie rurali, 8,3 milioni per la residenzialità dei malati psichici, 680 mila euro per i minori vittime di abusi. E oggi si riprende con la legge di Stabilità e il bilancio, in attesa del maxi-emendamento da 3 milioni.
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Sul maltempo
Abbiamo chiuso la mappatura ma dalla viabilità alla vendita dei tronchi, ci sono problemi. Chiederemo aiuto alla Francia
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Sulle scuole paritarie
Parliamo di una rete che accoglie 90 mila bambini: lo Stato risparmia 250 milioni, non è possibile che non ci aiuti
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Sulle tasse
Alcuni mi criticano per questo ma confermo la scelta di non applicare, unici in Italia, l’addizionale Irpef