Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Profughi trovati nel mangime del treno merci
I 9 migranti stipati sul merci: «Un’odissea». L’arrivo svelato da un’app
ALTAVILLA VICENTINA Avevano salutato la famiglia in Algeria anche nove mesi fa, decisi, determinati, ad arrivare in Italia. A qualunque costo. Anche di rimanere mesi in Turchia senza ottenere un visto, di farsi respingere più volte dalla Grecia, di attraversare Paesi da clandestini, di percorrere chilometri a piedi o con mezzi di fortuna. E, nell’ultimo viaggio, quello dalla stazione di Timisoara, Romania, verso il Belpaese, di farsi chiudere dentro il vagone di un treno merci carico di cereali.
I nove giovani migranti sono sopravvissuti in quel container sigillato per sette lunghi giorni – sono partiti il 26 novembre da Timisoara, stando al loro racconto - sempre in viaggio. Ristretti in uno spazio angusto, ammassati come dei sacchi, a respirare la polvere del mangime trasportato dalla Trans Cereales, a coprirsi con le copertine che si erano portati al seguito assieme ad acqua e cibo. Col concreto rischio di morire soffocati. Ma i clandestini - dai 17 ai 30 anni - ce l’hanno fatta. E quando, grazie alle app dei loro cellulari di ultima generazione, hanno capito di essere in Italia, nel Vicentino, hanno fatto di tutto per farsi sentire, continuando a battere con tutte le loro forze da dentro il convoglio. Un tam tam che ha richiamato l’attenzione di alcuni residenti di Vicenza, tra via dell’Oreficeria e via Vecchia Ferriera, proprio dove il treno merci passato per la Serbia e diretto in provincia di Cuneo aveva rallentato.
La salvezza per il gruppo di clandestini sopravvissuti ad un viaggio incredibile: una volta a Vicenza, sottoposti a visite mediche e fotosegnalati, sono stati accolti in una struttura gestita da una coop individuata dalla prefettura. Si tratta di sette algerini, tra cui un presunto 17enne, un ottavo che si è detto siriano e non ancora maggiorenne (per qualche mese) e un ultimo marocchino, che gira per il nord Europa dal 2014. Tutti hanno chiesto lo status di rifugiati.
Erano le 21.30 di lunedì quando è scattato l’allarme al 113 da parte di un residente e il convoglio che viaggiava sulla linea Milano Venezia è stato fermato alla prima stazione utile, quella di Altavilla Vicentina. Oltre alla polizia ferroviaria sono intervenuti subito anche i vigili del fuoco di Vicenza ed Arzignano e il personale del Suem. Sopraggiunta anche la squadra lavori da Verona per mettere in sicurezza la linea ferroviaria, più in par- ticolare per bloccare l’elettricità nella linea aerea da 4 mila volt, sono stati aperti i boccaporti del vagone «rumoroso», a cui è stato rimosso il sigillo – ancora integro – apposto a Timisoara. E da lì sono stati estratti uno ad uno i nove giovani, jeans, felpa e giacca, che si trovavano distesi tra i cereali e il tetto del vagone.
Sulle prime avevano difficoltà a respirare ma le loro condizioni erano tutto sommato discrete, ad eccezione di uno di loro con un’allergia, come accertato in pronto soccorso. Un passaggio obbligatorio, l’ospedale, prima di essere portati in questura, per il fotosegnalamento.
Nel frattempo polizia ferroviaria e vigili del fuoco lavoravano per controllare tutti i ventisette vagoni del treno merci, per scongiurare che vi fossero altri passeggeri. E solo verso mezzanotte, terminate le verifiche, la circolazione ferroviaria è ripresa regolarmente.
Hanno finito il loro viaggio invece gli immigrati soccorsi, che hanno raccontato del difficile viaggio affrontato con i soldi in tasca forniti dalla famiglia e con uno zaino pieno di speranze dalla Turchia, dove erano arrivati in aereo (nel caso degli algerini). Felici di essere in Italia. Un sogno che per loro si avvera.