Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

SE AMORE E ODIO CONVIVONO

- Di Gabriella Imperatori

Fra le molte anime di Padova (accademica, religiosa, commercial­e, creativa e anche artistica), è sempre più attiva quella del volontaria­to, che le ha meritato l’onore di «Capitale del volontaria­to europeo» per l’anno 2020. Attività che si esplica nei confronti dei bambini, specie se malati e ospedalizz­ati, a cui si propongono ore di svago o di cultura. Verso i carcerati. Nei centri di ascolto, verso chi è solo e bisognoso di essere ascoltato. Nelle scuole per immigrati ai quali s’insegna l’italiano, porta d’ingresso all’integrazio­ne in una cultura spesso diversissi­ma dalla loro. Naturalmen­te c’è come sempre chi si dedica ai vecchi e ai disabili, chi alle donne maltrattat­e, chi, come gli avvocati di strada, aiuta le persone che, quando ne hanno necessità, non possono ricorrere a costosi studi profession­ali. In via Gradenigo, quartiere Portello, ha sede il Centro Servizi, dove ci si può iscrivere nel settore verso cui ci si sente più portati, competenti o interessat­i. Quel che più conta è del resto l’empatia, la volontà di essere utili al prossimo, e anche a se stessi, perché donando si riceve e si diventa migliori.

Ma se gli esempi di generosità - non solo in denaro ma in tempo, compagnia, aiuto psicologic­o o pratico sono consolanti, non si può negare, all’opposto, una sensazione di incattivim­ento sempre più percepibil­e.

Basta, per rendersene conto, inoltrarsi nel traffico di auto, moto e bici, salire sul tram o camminare e, al di là del mancato rispetto per le regole di convivenza civile, limitarsi a osservare le persone che s’incontrano. Volti ingrugnati, perfino alcune commesse di negozi di lusso sono villane o supponenti. Nei bus, alcuni ragazzini stendono i piedi sui sedili di fronte al loro. Nei bar scoppiano liti furibonde per futili motivi, complice l’alcol o la droga. Nelle scuole non si fermano gli episodi di bullismo, giustifica­ti da genitori che non perdonano ai docenti di mettere in dubbio capacità o comportame­nti dei figli. Ci sono, purtroppo, anche dei sanitari indifferen­ti nei confronti dei malati e dei loro parenti, insegnanti di asilo che strattonan­o e gettano a terra bimbi piccolissi­mi, infermieri che, in alcune case di riposo, umiliano e picchiano gli anziani. Sono problemi di ogni città, non escluse talvolta quelle venete. Per non dire degli atti di vero e proprio vandalismo e razzismo, come l’asporto delle pietre d’inciampo, a Roma, davanti alla casa di ebrei sterminati nei lager. In sintesi, si respira in molti luoghi un’atmosfera di odio, rancore, vendetta. E anche la politica vive fra insulti e false notizie. Trionfa l’egocentris­mo, la ricerca spasmodica di un successo purchessia, e chi non ci sta è accusato di essere un fallito.

Certo il periodo non è florido e induce al pessimismo, la natura si fa sempre più matrigna. Il futuro spaventa, la paura è ultrasfrut­tata a fini elettorali. Non va sempre meglio all’interno delle famiglie, dove non di rado si scatena la violenza, che è contagiosa e coinvolge anche i bambini. Secondo i più ottimisti ci sono sempre stati periodi simili. Non solo durante le guerre, non solo negli anni di terrorismo e di delitti di mafia. Oggi comunque le reazioni sono spesso prepolitic­he e pre-sociali, sono individual­i e nevrotiche. Importante è vincere. Importante è l’egocentris­mo sfrontato.

Domanda (senza risposta): qual è la media fra generosità e cattivismo? Che fare per migliorare almeno un poco questo nostro Paese che troppo spesso lascia uscire «l’animale che ci portiamo dentro», come ha coraggiosa­mente titolato il suo ultimo libro lo scrittore Francesco Piccolo, alludendo ai maschi come lui? (Ma non sempre le donne, anche se di solito meno violente, si comportano meglio).

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