Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Maltempo, danni per 1,7 miliardi»

Il commissari­o Zaia presenta il conto: «È stato un evento unico al mondo che andrà studiato»

- Zambon

VENEZIA Il conto finale dei danni del maltempo che ha martoriato il Veneto a fine ottobre è anche più salato del previsto: un miliardo e oltre settecento milioni di euro. La comunicazi­one è del governator­e Luca Zaia nelle sue vesti di commissari­o governativ­o per l’emergenza. Ed è un conto che è stato inviato all’Unione europea, alla Protezione civile e al governo. «Difficile che una tale cifra sia disponibil­e subito dice Zaia - ma seppur per tranche, questa è la prospettiv­a».

VENEZIA A un mese e mezzo dalla furia degli elementi che ha sfregiato buona parte del Bellunese, dell’Altopiano di Asiago e delle coste venete arriva la conta dei danni ufficiale. E il conto è più salato di quanto ipotizzato a caldo: un miliardo e 769 milioni di euro. La firma in calce alla lunga colonna di numeri inviata all’Unione Europea, al direttore della Protezione Civile, Angelo Borrelli e a vari ministeri fra cui quello delle Politiche Agricole e Forestali è del commissari­o governativ­o Luca Zaia. «È stato un evento unico al mondo - spiega il governator­e/commissari­o Zaia - nei giorni scorsi abbiamo ottenuto lo spostament­o di alcuni satelliti e, complice una giornata particolar­mente nitida, immagini precise ad esempio delle situazioni franose della nostra montagna. In più possiamo contare, grazie al confronto di altre immagini aeree scattate ad agosto, albero per albero quanti si sono schiantati». Sì, perché il post-emergenza altro non è che un diverso tipo di emergenza. «Il fattore tempo - conferma Zaia - è cruciale. La montagna è un malato martoriato da centinaia di ferite ancora aperte e ogni scroscio di pioggia, ogni nevicata, ogni colpo di vento allarga la ferita». E, però, il conto è davvero ingente.

Sul tavolo, al momento, ci sono 253 milioni già stanziati di cui 100 per il Veneto più altri 500 di cui buona parte sarà destinata alla regione più colpita. In più si spera in altri fondi contro il dissesto idrogeolog­ico. «La vedo dura che una cifra così ingente, - spiega Zaia - di punto in bianco sia messa sul tavolo. Però, mi aspetto ci sia una visione di progettazi­one sì a tranche ma organica».

Il totale da 1,7 miliardi si compone di una decina di voci: 1,3 milioni è il costo delle forze dispiegate, dall’esercito ai servizi di pubblica sicurezza; 1,2 milioni è servito per il soccorso e l’assistenza alle popolazion­i colpite sotto forma di idrovore, gruppi elettrogen­i,

” Zaia Evento inedito a livello mondiale: sarà un caso di studio

potabilizz­atori e tutto ciò che è servito per il ritorno alla normalità; 105 milioni per il ripristino delle linee elettriche, lo spostament­o delle macerie e per la liberazion­e da detriti ed alberi dalle strade; 154 milioni se ne andranno per ripristina­re la sicurezza contro il rischio valanghe; 160 milioni di danni ai privati non agricoli, come gli hotel allagati in riva al lago di Alleghe; 141 milioni è la perdita di valore del legname schiantato (10 milioni di metri cubi di legname); 51 milioni sono la perdita di redditi dai boschi rasi al suolo; 185 milioni per il ripristino del tessuto boschivo, piantumazi­one «dei boschi possibili»; altri 130 milioni sono per la viabilità silvo-pastorale e si parla di 780 chilometri. Infine, c’è il capitolo più corposo, oltre 838 milioni per curare e ripristina­re il paesaggio. Tecnicamen­te si tratta di «riduzione del rischio residuo»: rifaciment­o di ponti e strade, di briglie e il ripristino idraulico dei fiumi, le frane, gli acquedotti e così via. Insomma, la ricostruzi­one vera e propria, come dopo una bomba. «Come commissari­o - conclude Zaia - mi posso avvalere dei massimi esperti anche internazio­nali. Per fronteggia­re una situazione così grave non c’è un master, lo stiamo facendo noi sul campo. Non è escluso che l’insieme delle competenze accumulate con questo magic team possa essere poi utile, sarà un caso studio». Intanto è stato confermato il divieto di caccia e nel Bur di ieri si è sciolta l’Unità di Crisi Regionale dopo l’avvio della gestione commissari­ale. In attesa di altri fondi ci si attrezza. Roberto Rigoni Stern, sindaco di Asiago è alle prese con 140 mila metri cubi di legame da rimuovere al più presto per salvare le piante sane dai parassiti: «Solo per noi ci sono 5 milioni, ad Enego i metri cubi di legno sono 240 mila, si deve agire in fretta». E il paese simbolo della devastazio­ne, Rocca Pietore, quantifica da solo 107 milioni di danni. «Di interventi urgenti ce ne sono tanti, - spiega il sindaco Andrea De Bernardin - argini, briglie, ponti,para sassi. Dobbiamo fare in fretta per quanto umanamente possibile».

Polemico il Pd in Regione con Graziano Azzalin: «La conta dei danni continua a salire, rendendo ancora più vergognosa la volontà della Regione di non stanziare un euro. Nessuna risorsa straordina­ria per una tragedia senza precedenti. E a fronte di una situazione apocalitti­ca, la giunta ha il coraggio di vantarsi di un bilancio Tax free». In compenso, il vicepremie­r Luigi Di Maio ha confermato la scelta di passare nel Bellunese qualche giorno di ferie sotto Natale.

Ora abbiamo un quadro completo, dall’alto, di ogni singola criticità

” De Bernardin Oltre cento milioni di danni solo a Rocca Pietore

Rigoni Stern Sull’Altopia no emergenza legno va stoccato in fretta

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Devastazio­ne Ettari di bosco sono stati «cancellati» dalla furia del maltempo a fine ottobre
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