Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Ciao Antonio, continua a sognare per noi»
Il reporter colpito a Strasburgo. L’ateneo di Verona: «Siamo sconvolti». Il vescovo: «Sogna per noi»
VERONA Dolore e rabbia anche in Veneto alla notizia della morte di Antonio Megalizzi, il trentino (che aveva studiato a Verona) vittima dell’attentato di Strasburgo. «Ciao Antonio, continua a sognare per noi».
” Casellati Onoriamolo lottando perché la pace prevalga sulla violenza
VERONA Si chiudono nel silenzio. «La famiglia di Antonio ha chiesto di essere lasciata in pace» e loro sono i primi a rispettare questa volontà.
Così fanno tutti quelli che l’hanno conosciuto nel mondo delle radio universitarie. E così fa anche la veneziana Clara Stevanato, che lavorava con lui e che martedì è sfuggita per un soffio all’attentatore di Strasburgo. «L’abbiamo riportata a casa, ma è ancora sotto choc. La Farnesina le ha imposto di non parlare a nessuno di quanto accaduto», spiega la madre della ragazza.
La tragica notizia l’ha raggiunta ieri pomeriggio, mentre rimaneva barricata nella casa di famiglia, a Salzano: Antonio Megalizzi, il giornalista trentino, con un passato da universitario a Verona, colpito da un proiettile alla base del cranio, è deceduto dopo tre giorni di coma. L’ateneo dove si è laureato nel 2015 gli ha detto addio con poche righe sulla pagina ufficiale di Facebook: «Antonio era laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Verona ed era a Strasburgo per realizzare un progetto delle radio universitarie cui aderisce anche Fuori Aula Network, la radio dell’Ateneo scaligero. Quanto accaduto sconvolge tutta la comunità accademica e studentesca e l’Ateneo si unisce al dolore di famigliari e amici per questa tragica perdita».
Danilo Moresco, padre della fidanzata di Megalizzi, parla con la voce rotta. Piange. «L’avevo visto, sapevamo che era grave, solo un miracolo, solo il Padre Eterno poteva salvarlo».
È un collega della trasmissione, Andrea Fioravanti, ad affidare ai social un ricordo: «Non scorderò mai i nostri discorsi a occhi aperti in un Parlamento europeo vuoto con le luci soffuse, quando tutti erano già andati a cena. Eravamo lì a sognare di diventare grandi giornalisti. Lui lo era già». E ancora: «Antonio non meritava di finire su tutti i giornali per una insulsa pallottola di un terrorista. Meritava di raccontare l’Europa e il mondo come sognava di fare per lavo- ro. Il Parlamento europeo dovrebbe intitolarti mille borse di studio, l’Aula di Strasburgo per la tua voglia, il tuo impegno anche quando non c’erano i soldi ma solo la passione».
Il cordoglio è arrivato anche dalle istituzioni: «Oggi è una giornata di lutto per il nostro Paese, per il mondo del giornalismo, per l’Europa, per la democrazia – afferma il presidente del Senato, la padovana Elisabetta Casellati -. La sua memoria potrà essere onorata solo lottando affinché pace e giustizia prevalgano sulla violenza e la sopraffazione».
Si aggiunge il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti: «Il mio cordoglio per un brutale assassinio che ci ricorda come la barbarie e la cultura di morte che essa ispira non siamo ancora state sconfitte». Scrive idealmente a Megalizzi anche l’arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi: «Ciao Antonio, continua a sognare per noi. Dio ti restituisca quel sorriso che ti aveva donato. Quel sorriso, che ha saputo toccare tanti cuori e varcare confini impensati, è stato motore di relazioni e testimonianza della bellezza della vita, anche in queste drammatiche ore, in cui ti abbiamo conosciuto più da vicino. Per questo ti diciamo un profondo “grazie”».
Intanto in Veneto aumenta la preoccupazione per il rischio terrorismo: il prefetto di Verona, Salvatore Mulas, fa sapere che in queste ore «sono monitorati tutti i siti e c’è un lavoro specifico d’intelligence nel confronto di persone con precedenti specifici».
Ciambetti Il suo assassinio ci ricorda che la barbarie non è stata sconfitta