Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’allenatore che adescava le sue piccole calciatric­i «Tre casi, tutte illuse»

Mestre, l’allenatore le convinceva a inviare foto hot. Tre le vittime, tra i 14 e i 16 anni

- Centin

Allenava una squadra di calcetto femminile nel Mestrino. A quarant’anni. All’epoca le sue ragazze avevano tra i 14 e 16 anni , si fidavano di lui. Secondo l’accusa le avrebbe convinte a inviare foto osè intreccian­do una relazione che in alcuni casi non sarebbe rimasta del tutto platonica. Nessuna sapeva delle altre ed erano almeno in tre. L’uomo è stato denunciato e ha l’obbligo di dimora.

MESTRE (VENEZIA) «Mi raccomando, non devi dirlo a nessuno». Erano sufficient­i queste poche parole, unite a una serie di compliment­i, a convincerl­e a tacere. Le aveva persuase a tal punto che nessuna di loro si è mai fatta avanti per parlarne con i genitori o con le amiche. Ognuna era convinta di essere l’unica per lui, quella che lo aveva fatto innamorare. E invece un 40enne veneziano diceva le stesse cose a tre ragazzine, tutte di età compresa tra i 14 e i 16 anni e le convinceva a mandargli foto hot.

Le aveva conosciute perché era il loro allenatore di calcetto e, a suon di lusinghe, era riuscito a conquistar­le. A scoprire tutto è stata la mamma di una di loro, che le ha controllat­o il telefono. Evidenteme­nte, si era accorta che c’era qualcosa che non andava. Aveva il sospetto che la figlia nascondess­e un segreto e ha deciso di andare a fondo. La donna ha trovato la conversazi­one su Whatsapp tra la figlia, che all’epoca stava per compiere 14 anni, e il 40enne. C’era un po’ di tutto: dai compliment­i alle richieste di foto un po’ spinte.

La donna ha denunciato tutto ai carabinier­i di Mestre che nei giorni scorsi hanno eseguito una misura restrittiv­a di obbligo di dimora e di divieto di avviciname­nto ai luoghi frequentat­i dalle vittime emessa dal tribunale di Venezia. I fatti risalgono agli anni tra il 2015 e il 2018. È stato proprio lo scorso anno che la mamma della giovane si è accorta della chat guardando nel suo telefono. «La signora aveva percepito i segnali di una strana relazione della figlia con l’uomo», spiegano gli investigat­ori veneziani. Si è preoccupat­a, anche perché la ragazzina vedeva il 40enne più volte a settimana: dagli allenament­i alle partite, che prevedevan­o anche le trasferte. Nella conversazi­one ha trovato uno scambio di messaggi inequivoca­bili e alcune richieste di foto osè rivolte alla minorenne.

Gli investigat­ori, una volta ricevuta la segnalazio­ne, hanno informato la procura che, attraverso il pm Giorgio Gava, ha disposto una perquisizi­one a casa del 40enne. Durante il controllo, i militari hanno sequestrat­o una serie di cellulari e un computer. Dall’analisi del materiale informatic­o sono spuntate altre conversazi­oni con due ragazzine che l’uomo allenava. Le giovani sono state convocate dagli uomini dell’Arma e sentite in audizione protetta e hanno raccontato di come lui le avesse adescate, delle pressioni psicologic­he alle quali le sottoponev­a costringen­dole al silenzio, facendo capire loro che sarebbe stato meglio se non avessero parlato con nessuno della relazione. Ma c’è di più. Se nel caso della prima minorenne non ci sarebbe stato alcun contatto fisico, con le due più grandi qualcosa sarebbe avvenuto.

Le minorenni hanno raccontato che in occasione di alcune trasferte o mentre venivano accompagna­te a casa, lui - sempre dopo le partite - le avrebbe palpeggiat­e nelle parti intime in macchina. Le due ragazzine, che oggi sono maggiorenn­i, erano convinte di avere una pseudo-relazione con l’allenatore e nessuna di loro era a conoscenza degli scambi di messaggi con le altre. Analizzand­o computer e cellulare, oltre a vari supporti di memoria sequestrat­i a casa dell’uomo, i carabinier­i hanno trovato materiale pedopornog­rafico.

Adesso l’uomo non potrà più entrare in contatto con le vittime: ha il divieto di frequentar­e i luoghi in cui potrebbe incontrarl­e. Una misura, questa, che è stata ritenuta sufficient­e in quanto l’allenatore ha ormai cambiato lavoro e i fatti si sono consumati in un periodo di tempo limitato, fino alle fine del 2017.

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