Minaccia di bruciare casa all’arbitro: maxi-squalifica

ROVIGO Cinquanta giorni di squalifica per aver minacciato un arbitro di calcio di bruciargli la casa, e duecento euro di ammenda al Calcio Rovigo.

Così ha deciso il tribunale federale veneto della Figc nei confronti dell’attaccante 29enne Matteo Fusetti, capocannoniere della società rodigina che milita in Prima categoria.

I fatti risalgono al 13 marzo scorso, quando Fusetti giocava - sempre in prima categoria - nel Boara Pisani. Durante la partita casalinga dell’11 febbraio 2018 contro i Colli Euganei, finita 2-3 in favore degli ospiti, nel secondo tempo Fusetti venne espulso con rosso diretto da Plarea, venendo in seguito squalificato due giornate.

Ma la cosa non è finita lì. Il giocatore avrebbe ritrovato l’arbitro alla pizzeria rodigina «Re Artù» un mese dopo. Nel locale, dove Plarea lavorava come pizzaiolo, sarebbe nato un alterco tra i due.

La frase incriminata di Fusetti - che ancora non sapeva quanto sarebbe stato sospeso - e rivolta all’arbitro che lo aveva espulso un mese prima, è questa: «Ti dico solo una cosa, se mi danno tre giornate di squalifica do fuoco alla tua casa». Dopo che Plarea presentò denuncia alla Figc, il tribunale federale veneto ha ritenuto Fusetti «responsabile della violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità sportiva».

Se Matteo Fusetti, sconsolato, si limita a dirsi «molto dispiaciuto per non poter disputare la fase clou del campionato», il presidente del Calcio Rovigo Giuseppe Calabria commenta così: «Un mese di squalifica secondo me sarebbe stato più che sufficiente. Anche perché Matteo aveva ammesso le sue responsabilità ed era consapevole del fatto che aveva commesso un fatto grave al di fuori del campo di gioco. L’episodio – continua Calabria - va assolutamente condannato, ma va detto che Matteo comunque ha capito l’errore ed in questa stagione non è mai stato espulso». La sentenza, aggiunge Calabria, «non tocca assolutamente il Calcio Rovigo in quanto i fatti risalgono allo scorso campionato».