Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Autonomia, la palla al parlamento
Conte sposa la linea M5S. «Discussione alle Camere». Nuovo scontro tra Zaia e la Campania
VENEZIA «L’autonomia è un processo serio, dobbiamo farlo con responsabilità, chiarezza e determinazione. Il parlamento non può essere destinatario passivo». Lo ha detto ieri il premier Conte, avallando così la linea espressa dal Movimento Cinque Stelle che chiede che l’intesa venga portata alle Camere, dove potrà essere sottoposta a eventuali modifiche. «Sono determinata, si va avanti» commenta il ministro Stefani, mentre tra Zaia e De Luca è lite continua.
VENEZIA All’indomani dell’approdo in Consiglio dei ministri della bozza d’intesa sull’autonomia, è alta tensione tra la Lega e il Movimento Cinque Stelle. Un nervosismo che affondale sue radici nella strana alleanza tra i due partiti, uniti da un «contratto di governo» che si va sfilacciando e sempre più in competizione tra loro.
«Sono delusa dalleric ostruzioni sbaglia teche ho letto- dice il ministro per gli Affari regionali Erika S te fan ima determinata ad andare avanti. Ogni allarmismo è del tutto infondato perché ci muoviamo nel rispetto della Costituzione, dei livelli essenziali delle prestazioni e dei bisogni di tutti i territori. Non toglieremo niente a nessuno e non si creeranno cittadini di serie A e di serie B». Non c’è stata alcuna rissa, assicura il ministro per la Pubblica am- ministrazione Giulia Bongiorno, ma è un fatto che il vicepremier Matteo Salvini sia arrivato alla riunione a Palazzo Chigi con un’ora di ritardo (era trattenuto al Viminale dai pastori sardi), giusto in tempo per discutere il punto dedicato alle autonomie, mentre il premier Giuseppe Conte sia andato via prima che Stefani prendesse la parola.
I leghisti, sempre più convinti che l’obiettivo degli «alleati» sia rinviare l’intesa a dopo le Europee, così da non per mettere a l Car rocc i o di «passare all’incasso», considerano «una grave scorrettezza» il dossier contro la bozza fatto circolare dal M5S un’ora prima del Consiglio dei ministri, quasi a voler avvelenare i pozzi aizzando la polemica e distogliendo l’attenzione dal merito del testo. Salvini predica calma, invita i suoi a non alzare i toni (l’ha fatto anche qualche sera fa, nel corso di una riunione con i parlamentari) convinto che trasformare la riforma in una corrida sia il modo migliore per affossarla. E chissà che non sia per questo che il governatore Luca Zaia, ieri, dopo aver duramente attaccato al mattino la classe dirigente del Sud, ha poi sconvocato all’improvviso l’incontro con la stampa fissato per il pomeriggio. «Ma è possibile che si vada in giro a dire che questa è la secessione dei ricchi? Che il Sud finirà male? - era sbottato alla radio -. Le Regioni del Sud sono in difficoltà non perché Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno l’autonomia, ma perché hanno avuto una classe dirigente che ha governato male. In alcune Regioni si è abdicato a curare i cittadini nella sanità pubblica».
Nei prossimi giorni sarà convocato il «tavolo politico» annunciato da S al vini con Conte e Di Maio e pare che do- po le materie oggetto di contesa tra la Regione e i ministeri pentastellati (Ambiente, Infrastrutture, Sanità e Beni culturali), il nodo più delicato da affrontare sia la richiesta partita dai parlamentari M5S di sottoporre l’intesa alla Camera e al Senato e consentire lì delle modifiche.
Uno scenario fin qui escluso da Stefani, che sulla base dei pareri di alcuni giuristi ha indicato nelle intese con le confessioni religiose il modello da seguire (quelle intese non sono emendabili), ma che invece viene considerato ed anzi caldeggiato da Conte: «L’autonomia è un processo serio - ha detto il premier -. Dobbiamo farlo con molta responsabilità, con molta chiarezza e determinazione, fino a raggiungere un obiettivo sostenibile». In tal senso, «il parlamento non può essere destinatario passivo. Si tratta di un progetto di riforma costituzionale». Parole che vanno nella stessa direzione indicata dal ministro per i Rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro («Il testo finale natu- ralmente verrà vagliato dalle Camere che saranno coinvolte nell’iter di approvazione») e dal presidente della Camera Roberto Fico: «È importante, importantissimo, che il parlamento abbia un ruolo centrale nella questione delle autonomie. Non può avere un ruolo marginale, non si può andare avanti senza interpellarlo fino in fondo».
La Lega è convinta che portare l’intesa nelle stanze parlamentari sia il modo migliore per insabbiarla, tra una commissione e l’altra, di «navetta»
” Luca Zaia Le Regioni del Sud sono in difficoltà non perché il Veneto ha l’autonomia, ma perché hanno avuto una classe dirigente che ha governato male
in «navetta», ma il segretario della Liga veneta, Toni Da Re, rispettoso dell’indicazione ricevuta da Salvini, si affida a Stefani: «È un ministro competente, sarà lei a stabilire la strada migliore da seguire». E lei, che dice ?« Un coinvolgimento condiviso del parlamento ci sarà ». Fino a che punto, però, se cioè le Camere potranno o meno mettere mano all’intesa faticosamente redatta da governo e Regione, non si sa.
Intanto si infiamma lo scontro tra i partiti e nei partiti (la divisione Nord-Sud è ogni giorno più marcata) e prosegue la querelle con il presidente della Campania Vincenzo De Luca: «Oggi formalizziamo con una lettera al Presidente del Consiglio la richiesta di autonomia anche per la Campania. Ci auguriamo che rispondano visto che alla missiva che avevamo inviato per la partecipazione al tavolo delle autonomie non hanno mai risposto». Replicano dal ministero degli Affari regionali: «Dalla regione Campania risulta agli atti una richiesta del febbraio 2018, nella precedente legislatura, che non precisa né gli ambiti né le materie per cui attivare la richiesta».
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Roberto Fico
È importante che il parlamento abbia un ruolo centrale nella questione delle autonomie, non si può andare avanti senza
Vincenzo De Luca
Formalizziamo la richiesta di autonomia anche per la Campania. Ci auguriamo che rispondano, l’altra volta non l’hanno fatto