Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Autonomia, la palla al parlamento

Conte sposa la linea M5S. «Discussion­e alle Camere». Nuovo scontro tra Zaia e la Campania

- Marco Bonet

VENEZIA «L’autonomia è un processo serio, dobbiamo farlo con responsabi­lità, chiarezza e determinaz­ione. Il parlamento non può essere destinatar­io passivo». Lo ha detto ieri il premier Conte, avallando così la linea espressa dal Movimento Cinque Stelle che chiede che l’intesa venga portata alle Camere, dove potrà essere sottoposta a eventuali modifiche. «Sono determinat­a, si va avanti» commenta il ministro Stefani, mentre tra Zaia e De Luca è lite continua.

VENEZIA All’indomani dell’approdo in Consiglio dei ministri della bozza d’intesa sull’autonomia, è alta tensione tra la Lega e il Movimento Cinque Stelle. Un nervosismo che affondale sue radici nella strana alleanza tra i due partiti, uniti da un «contratto di governo» che si va sfilaccian­do e sempre più in competizio­ne tra loro.

«Sono delusa dalleric ostruzioni sbaglia teche ho letto- dice il ministro per gli Affari regionali Erika S te fan ima determinat­a ad andare avanti. Ogni allarmismo è del tutto infondato perché ci muoviamo nel rispetto della Costituzio­ne, dei livelli essenziali delle prestazion­i e dei bisogni di tutti i territori. Non toglieremo niente a nessuno e non si creeranno cittadini di serie A e di serie B». Non c’è stata alcuna rissa, assicura il ministro per la Pubblica am- ministrazi­one Giulia Bongiorno, ma è un fatto che il vicepremie­r Matteo Salvini sia arrivato alla riunione a Palazzo Chigi con un’ora di ritardo (era trattenuto al Viminale dai pastori sardi), giusto in tempo per discutere il punto dedicato alle autonomie, mentre il premier Giuseppe Conte sia andato via prima che Stefani prendesse la parola.

I leghisti, sempre più convinti che l’obiettivo degli «alleati» sia rinviare l’intesa a dopo le Europee, così da non per mettere a l Car rocc i o di «passare all’incasso», consideran­o «una grave scorrettez­za» il dossier contro la bozza fatto circolare dal M5S un’ora prima del Consiglio dei ministri, quasi a voler avvelenare i pozzi aizzando la polemica e distoglien­do l’attenzione dal merito del testo. Salvini predica calma, invita i suoi a non alzare i toni (l’ha fatto anche qualche sera fa, nel corso di una riunione con i parlamenta­ri) convinto che trasformar­e la riforma in una corrida sia il modo migliore per affossarla. E chissà che non sia per questo che il governator­e Luca Zaia, ieri, dopo aver duramente attaccato al mattino la classe dirigente del Sud, ha poi sconvocato all’improvviso l’incontro con la stampa fissato per il pomeriggio. «Ma è possibile che si vada in giro a dire che questa è la secessione dei ricchi? Che il Sud finirà male? - era sbottato alla radio -. Le Regioni del Sud sono in difficoltà non perché Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno l’autonomia, ma perché hanno avuto una classe dirigente che ha governato male. In alcune Regioni si è abdicato a curare i cittadini nella sanità pubblica».

Nei prossimi giorni sarà convocato il «tavolo politico» annunciato da S al vini con Conte e Di Maio e pare che do- po le materie oggetto di contesa tra la Regione e i ministeri pentastell­ati (Ambiente, Infrastrut­ture, Sanità e Beni culturali), il nodo più delicato da affrontare sia la richiesta partita dai parlamenta­ri M5S di sottoporre l’intesa alla Camera e al Senato e consentire lì delle modifiche.

Uno scenario fin qui escluso da Stefani, che sulla base dei pareri di alcuni giuristi ha indicato nelle intese con le confession­i religiose il modello da seguire (quelle intese non sono emendabili), ma che invece viene considerat­o ed anzi caldeggiat­o da Conte: «L’autonomia è un processo serio - ha detto il premier -. Dobbiamo farlo con molta responsabi­lità, con molta chiarezza e determinaz­ione, fino a raggiunger­e un obiettivo sostenibil­e». In tal senso, «il parlamento non può essere destinatar­io passivo. Si tratta di un progetto di riforma costituzio­nale». Parole che vanno nella stessa direzione indicata dal ministro per i Rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro («Il testo finale natu- ralmente verrà vagliato dalle Camere che saranno coinvolte nell’iter di approvazio­ne») e dal presidente della Camera Roberto Fico: «È importante, importanti­ssimo, che il parlamento abbia un ruolo centrale nella questione delle autonomie. Non può avere un ruolo marginale, non si può andare avanti senza interpella­rlo fino in fondo».

La Lega è convinta che portare l’intesa nelle stanze parlamenta­ri sia il modo migliore per insabbiarl­a, tra una commission­e e l’altra, di «navetta»

” Luca Zaia Le Regioni del Sud sono in difficoltà non perché il Veneto ha l’autonomia, ma perché hanno avuto una classe dirigente che ha governato male

in «navetta», ma il segretario della Liga veneta, Toni Da Re, rispettoso dell’indicazion­e ricevuta da Salvini, si affida a Stefani: «È un ministro competente, sarà lei a stabilire la strada migliore da seguire». E lei, che dice ?« Un coinvolgim­ento condiviso del parlamento ci sarà ». Fino a che punto, però, se cioè le Camere potranno o meno mettere mano all’intesa faticosame­nte redatta da governo e Regione, non si sa.

Intanto si infiamma lo scontro tra i partiti e nei partiti (la divisione Nord-Sud è ogni giorno più marcata) e prosegue la querelle con il presidente della Campania Vincenzo De Luca: «Oggi formalizzi­amo con una lettera al Presidente del Consiglio la richiesta di autonomia anche per la Campania. Ci auguriamo che rispondano visto che alla missiva che avevamo inviato per la partecipaz­ione al tavolo delle autonomie non hanno mai risposto». Replicano dal ministero degli Affari regionali: «Dalla regione Campania risulta agli atti una richiesta del febbraio 2018, nella precedente legislatur­a, che non precisa né gli ambiti né le materie per cui attivare la richiesta».

Roberto Fico

È importante che il parlamento abbia un ruolo centrale nella questione delle autonomie, non si può andare avanti senza

Vincenzo De Luca

Formalizzi­amo la richiesta di autonomia anche per la Campania. Ci auguriamo che rispondano, l’altra volta non l’hanno fatto

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A colloquio Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si confronta sull’autonomia con il ministro agli Affari regionali, la vicentina Erika Stefani

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