Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

M5S, strappo veneto «Va fatta, lo dice Di Maio Al Sud fanno terrorismo»

Berti e D’Incà: «Noi non cambiamo idea. E Di Maio si è esposto»

- Alessandro Zuin

VENEZIA Jacopo Berti e Federico D’Incà, due colonnelli veneti impegnati a combattere nella trincea dei 5 Stelle pro-autonomia dek Veneto, ne sono sempre più convinti, nonostante la contrariet­à dei colleghi di altre aree del Paese: «Va fatta, è nel nostro Dna e l’ha ribadito anche Luigi Di Maio sabato scorso a Vicenza». E le rimostranz­e del Sud d’Italia: «Lì stanno facendo terrorismo mediatico», taglia corto Berti.

VENEZIA C’è una trincea anche per i 5 Stelle sul fronte del Nord, ed è una trincea che gli ufficiali pentastell­ati impegnati sul campo non hanno alcuna intenzione di abbandonar­e. Anzi: «Io da qui non mi muovo - scandisce Jacopo Berti, consiglier­e e leader del M5S in Regione, dove, per la cronaca, sta all’opposizion­e della Lega di Zaia -: ero e rimango assolutame­nte favorevole all’autonomia del Veneto. Lo ribadisco a tutti i livelli, dentro e fuori il Movimento». Rinforza il concetto Federico D’Incà, influente parlamenta­re bellunese: «Il Movimento 5 Stelle in Veneto ha fatto campagna elettorale per il Sì. Io in prima persona mi sono speso perché i veneti andassero a votare, per dare alla nostra regione la possibilit­à di avere un regionalis­mo differenzi­ato».

Sia Berti che D’Incà, oltretutto, sanno di poter fare riferiment­o alle parole pronunciat­e appena pochi giorni fa a Vicenza dalla massima autorità governativ­a del Movimento, Luigi Di Maio: «Ha detto chiarament­e che l’autonomia del Veneto si deve fare, per dare seguito al referendum e alla volontà popolare».

Dunque, come ci dobbiamo regolare con i 5 Stelle che, fuori dal Veneto, si dicono fermamente contrari a quella che, in altre aree d’Italia, sta passando alle cronache come «la secessione dei ricchi»?. D’Incà, in proposito, è netto: «Il M5S sta rispettand­o gli accordi presi con il contratto di governo. R iguardo ad alcuni nostri parlamenta­ri che esprimono le loro preoccupaz­ioni, queste sono soltanto a titolo perso- nale. Le rispetto, ma per me valgono le parole di Luigi Di Maio». Dal palazzo regionale, Berti va anche oltre: «In alcune zone d’Italia è stato fatto del vero e proprio terrorismo mediatico contro l’autonomia del Veneto, dando fiato ad alcune balle galattiche. Chi urla contro il presunto taglio delle risorse al Sud per favorire le Regioni del Nord, parla senza avere nemmeno letto le carte, oppure è mosso da un pregiudizi­o. La verità, mi viene da pensare, è che al Sud sono terrorizza­ti dalla prospettiv­a di perdere centri di potere».

Sarà pure della vecchia scuola pentastell­ata, il veneto Berti, però in questi fran- genti ha buon gioco a ricordare a tutti unp aio dicir costanze. La prima: l’ autogovern­o dei territori è un principio fondante del Movimento, fin da quando Beppe Grillo parlava, dal 2010 in avanti, degli« Stati uniti d’Italia».

La seconda: anche i 5 Stelle, in Regione, depositaro­no una loro proposta di legge per indire il referendum sull’autonomia del Veneto, benedetto anche in questo caso dal Fondatore. «Tutto questo fa parte del nostro Dna», tira le somme Berti. E D’Incà, di rimando, fa notare: «È chiaro a tutti che questo è un momento molto delicato per il Paese, che vede cambiare la propria geografia legislativ­a e amministra­tiva. In ogni caso, i nostri ministeri stanno facendo le opportune verifiche sulle materie e molti di essi hanno concluso in modo positivo l’iter con il dicastero degli Affari Regionali. Piuttosto - insinua il deputato bellunese, con riferiment­o a un documento molto critico verso l’autonomia regionale, fatto circolare l’altro giorno e attribuito ai pentastell­ati - trovo sconcertan­te che in queste ore vengano fatti uscire falsi dossier sul Movimento 5 Stelle, note che non si sa da dove provengano e fatte solo per provocare rotture nel governo». Obiettivo non troppo difficile, a dirla tutta.

Rimane un dubbio: quale giudizio danno i 5 Stelle veneti della bozza di accordo arrivata giovedì in consiglio dei ministri? Berti risponde così :« Cito le parole del costituzio­nalista Mario B ertol issi, nelle quali miri conosco: non bisogna fare come i bambini capriccios­i al ristorante, che ordinano tutto il menù e poi a metà cena sono sazi e non mangiano più nulla. Iniziamo dalle cose fondamenta­li, non si può prendere tutto e subito. Già così, credetemi, sarebbe un passo storico».

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