Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Insorge il Bellunese «Tradite le promesse, ora urgono risposte»

- Moreno Gioli

BELLUNO L’allarme lo ha lanciato Maurizio Busatta, coordinato­re del Comitato promotore del referendum consultivo per l’autonomia della Provincia di Belluno, che (in contempora­nea con il referendum veneto) il 22 ottobre 2017 vide oltre 110 mila bellunesi dire sì alla specificit­à montana. Per Busatta dall’accordo Stato - Regione Veneto il Bellunese resterà «con un pugno di mosche» in mano, troppo vaghe le formule inserite nella bozza di accordo e nessun riferiment­o specifico alla Provincia di Belluno. Un tasto sul quale batte anche il Pd attraverso il deputato bellunese Roger De Menech: «La bozza smentisce l’impegno preso dalla ministra Stefani in un incontro con tutti i parlamenta­ri bellunesi. Nei documenti che circolano la montagna e il Bellunese sono spariti». De Menech promette battaglia in Parlamento, «dove faremo di tutto per introdurre un’autonomia per Belluno ancora più forte di quella prevista inizialmen­te. Perché della Regione, della Lega e di Zaia non ci fidiamo più». Pronta la risposta del senatore leghista Paolo Saviane: «È paradossal­e che il Pd, che ha distrutto le province con la legge Delrio ora faccia il paladino dell’autonomia bellunese. Il Pd si preoccupi di far sì che i suoi parlamenta­ri intanto dicano sì all’autonomia del Veneto». Attendista il presidente della Provincia, Roberto Padrin: «C’è l’assicurazi­one da parte del ministro Stefani di far parte del tavolo tecnico che verrà convocato dopo l’approvazio­ne di questa bozza. È lì che dovremo portare avanti le nostre istanze e le nostre richieste». Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato M5S Federico D’Incà: «Questa è una bozza di accordo tra Stato e Regioni, poi la Regione dovrà gestire le cose con i suoi territori». Per Dario Bond (Forza Italia), fautore della legge sulla specificit­à bellunese, il problema sta nelle risorse: «Al momento la Provincia di Belluno non avrebbe la possibilit­à di gestire un’autonomia, servono risorse monetarie e umane. Adesso abbiamo la possibilit­à di avere l’autonomia in Regione: così si vedranno i veri federalist­i, anche verso Belluno». Ma per il Bard (movimento autonomist­a bellunese), è tempo di agire: «C’è stato un referendum, ci sono delle aspettativ­e - commenta il vicepresid­ente Andrea Bona - servono delle risposte chiare e veloci».

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