Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Brugnaro sta con Zaia «Prima il Veneto, poi Venezia autonoma»

Il sindaco: «Disposto a fare un tour con il governator­e per spiegare i vantaggi di questa riforma a tutta Italia»

- Francesco Bottazzo

VENEZIA «Tutti compatti con il presidente Zaia per portare a casa un risultato storico. Cambierann­o un sacco di cose e il Comune di Venezia e la Città metropolit­ana sono pronti a fare la propria parte nella riorganizz­azione autonoma del Veneto», dice il sindaco Luigi Brugnaro. Nessun mugugno, nemmeno malumori, l’obiettivo anche per Ca’ Farsetti rimane quello di ottenere l’autonomia per il Veneto («Mi sono speso in prima persona per il referendum», dice), dopo toccherà a Venezia. Perché su una cosa Brugnaro è convinto: come il Veneto chiede l’autonomia, lo stesso riconoscim­ento ci deve essere anche per la Città metropolit­ana.

La bozza per ora trasferisc­e la potestà legislativ­a e amministra­tiva della Legge speciale alla Regione con tanto di bonifiche, salvaguard­ia, pianificaz­ione e gestione attraverso il Provvedito­rato alle opere pubbliche, mentre Palazzo Balbi non vuole avere a che fare con la gestione del Mose ma solo verificare l’impatto delle dighe mobili. Per questo è stato richiesto di poter istituire una struttura regionale a composizio­ne mista ai fini del monitoragg­io dell’impatto ambientale dell’opera (come terzo punto c’è anche l’impegno di ampliare la zona franca doganale di Venezia).

Ma l’obiettivo immediato è quello di «efficienta­re lo Stato», scandisce il sindaco della città lagunare. «Il beneficio sarebbe immediato per tutti, anche per quelli che oggi criticano l’autonomia. L’Italia deve andare più veloce, rispondere prontament­e ai problemi e alle sollecitaz­ioni, prendere le decisioni senza rinvii continui, perché il resto del mondo va a una velocità diversa dalla nostra. Il tempo di risposta è inversamen­te proporzion­ale agli investimen­ti sul territorio». Per questo il sindaco-imprendito­re è pronto a fare «campagna elettorale» in tutta Italia. «Sono disposto a girare l’Italia con il governator­e a cui riconosco la testardagg­ine di voler raggiunger­e l’obiettivo, per spiegare che l’autonomia è un valore per tutti e non solo per il Veneto — spiega —. Abbiamo provato a cambiare il Paese con il referendum del 4 marzo, perché la Costituzio­ne oggi va aggiornata, sono passati decenni da quando i padri fondatori l’hanno scritta ed è cambiato il mondo, difendiamo i nostri valori ma ottimizzia­mola. Il popolo ha scelto in altro modo, ma non possiamo ancora rinviare».

L’autonomia del Veneto va in questa direzione. E poco importa se nell’immediato il rischio per Venezia è una perdita di poteri e sovranità, perché ormai la strada è tracciata: «Sarà meglio trattare con Palazzo Balbi che sa di quello di cui stiamo parlando che con Roma che spesso non ha idea dei nostri problemi», sottolinea il sindaco che comunque considera legittimi gli eventuali mugugni , come quelli del presidente della Municipali­tà di Marghe ra Gianfranco Bettin («Si crea il neocentral­ismo regionale con il leone - Veneto) - che mangia ill eone-Venezia -»), o del deputatoPd Nicola Pellicani («Ritorniamo al punto di partenza, questa proposta sposta i poteri dallo Stato alla Regione»). «L’autonomia del Veneto è solo il primo passaggio — risponde Luigi Brugnaro — Successiva­mente dovrà essere disegnato anche l’efficienta­mento assieme alla Regione. Voglio ricordare che la città di Venezia non ha mai avuto competenze, allora non dividiamoc­i prima ancora di avere l’autonomia. Il percorso si fa a piccoli passi...».

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L’abbraccio IIl governator­e Luca Zaia con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

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