Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Brugnaro sta con Zaia «Prima il Veneto, poi Venezia autonoma»
Il sindaco: «Disposto a fare un tour con il governatore per spiegare i vantaggi di questa riforma a tutta Italia»
VENEZIA «Tutti compatti con il presidente Zaia per portare a casa un risultato storico. Cambieranno un sacco di cose e il Comune di Venezia e la Città metropolitana sono pronti a fare la propria parte nella riorganizzazione autonoma del Veneto», dice il sindaco Luigi Brugnaro. Nessun mugugno, nemmeno malumori, l’obiettivo anche per Ca’ Farsetti rimane quello di ottenere l’autonomia per il Veneto («Mi sono speso in prima persona per il referendum», dice), dopo toccherà a Venezia. Perché su una cosa Brugnaro è convinto: come il Veneto chiede l’autonomia, lo stesso riconoscimento ci deve essere anche per la Città metropolitana.
La bozza per ora trasferisce la potestà legislativa e amministrativa della Legge speciale alla Regione con tanto di bonifiche, salvaguardia, pianificazione e gestione attraverso il Provveditorato alle opere pubbliche, mentre Palazzo Balbi non vuole avere a che fare con la gestione del Mose ma solo verificare l’impatto delle dighe mobili. Per questo è stato richiesto di poter istituire una struttura regionale a composizione mista ai fini del monitoraggio dell’impatto ambientale dell’opera (come terzo punto c’è anche l’impegno di ampliare la zona franca doganale di Venezia).
Ma l’obiettivo immediato è quello di «efficientare lo Stato», scandisce il sindaco della città lagunare. «Il beneficio sarebbe immediato per tutti, anche per quelli che oggi criticano l’autonomia. L’Italia deve andare più veloce, rispondere prontamente ai problemi e alle sollecitazioni, prendere le decisioni senza rinvii continui, perché il resto del mondo va a una velocità diversa dalla nostra. Il tempo di risposta è inversamente proporzionale agli investimenti sul territorio». Per questo il sindaco-imprenditore è pronto a fare «campagna elettorale» in tutta Italia. «Sono disposto a girare l’Italia con il governatore a cui riconosco la testardaggine di voler raggiungere l’obiettivo, per spiegare che l’autonomia è un valore per tutti e non solo per il Veneto — spiega —. Abbiamo provato a cambiare il Paese con il referendum del 4 marzo, perché la Costituzione oggi va aggiornata, sono passati decenni da quando i padri fondatori l’hanno scritta ed è cambiato il mondo, difendiamo i nostri valori ma ottimizziamola. Il popolo ha scelto in altro modo, ma non possiamo ancora rinviare».
L’autonomia del Veneto va in questa direzione. E poco importa se nell’immediato il rischio per Venezia è una perdita di poteri e sovranità, perché ormai la strada è tracciata: «Sarà meglio trattare con Palazzo Balbi che sa di quello di cui stiamo parlando che con Roma che spesso non ha idea dei nostri problemi», sottolinea il sindaco che comunque considera legittimi gli eventuali mugugni , come quelli del presidente della Municipalità di Marghe ra Gianfranco Bettin («Si crea il neocentralismo regionale con il leone - Veneto) - che mangia ill eone-Venezia -»), o del deputatoPd Nicola Pellicani («Ritorniamo al punto di partenza, questa proposta sposta i poteri dallo Stato alla Regione»). «L’autonomia del Veneto è solo il primo passaggio — risponde Luigi Brugnaro — Successivamente dovrà essere disegnato anche l’efficientamento assieme alla Regione. Voglio ricordare che la città di Venezia non ha mai avuto competenze, allora non dividiamoci prima ancora di avere l’autonomia. Il percorso si fa a piccoli passi...».