Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La vicenda

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VICENZA Troppo giovani per una condanna. Con questa motivazion­e il sostituto procurator­e ha chiesto al giudice per le indagini preliminar­i del tribunale per i minorenni di Venezia il «non doversi procedere» nei confronti di due bulli accusati di violenza sessuale nei confronti di tre c o mpagni d i s c u o l a . Un a quarta vittima, aveva rinunciato a sporgere querela.

Gli episodi di cui erano accusati sono gravissimi, ma all’epoca i due frequentav­ano l’ultimo anno di scuola media in un paesino dell’Alto Vicentino: avevano tredici anni e proprio per questo, per la Legge italiana, non sono imputabili.

È la stessa normativa che nei mesi scorsi aveva consentito a un tredicenne veronese di evitare la condanna per l’omicidio (compiuto con la complicità di un amichetto di 17 anni, pure lui uscito dal processo senza fare un giorno di carcere minorile) del clochard Ahmed Fdil, bruciato vivo nella sua auto a Zevio nel dicembre del 2017.

Nel caso dei due bulli vicentini, il sostituto procurator­e non mostra alcun dubbio sulla loro colpevolez­za: «Emergono elementi idonei per l’attribuzio­ne della responsabi­lità dei fatti agli indagati infraquatt­ordicenni», si legge nella richiesta di non luogo a procedere inoltrata al tribunale.

Il gip deve ancora espri-

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