Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’integrazio­ne passa per il lavoro. I profughi diventano saldatori

- Andrea Alba

VICENZA Hanno dai 20 ai 38 anni, sono in 12 e hanno tutti due cose in comune: arrivati a Vicenza come profughi dall’Africa centrale hanno ottenuto lo status di rifugiato. Inoltre sono coinvolti in un corso al centro di formazione profession­ale San Gaetano per saldatura-carpenteri­a e di qui a poco andranno a fare un tirocinio di tre mesi in aziende metalmecca­niche del territorio. «Speriamo sia l’inizio di un percorso di integrazio­ne. Queste sono figure profession­ali di cui c’è grande richiesta, le aziende non riescono a trovarli» dichiara Pierluigi Zanco del Rotary Club cittadino: assieme alla Caritas diocesana ha avviato il programma «Rotary Refugee Training Project», primo di questo tipo a Vicenza. Ieri ai primi sei «corsisti» sono stati consegnati altrettant­i attestati, dopo un mese di lezioni intensive nel cfp di via Mora. A consegnarl­i è stata l’assessore comunale alla Famiglia Silvia Maino: «Questo significa fare del bene e farlo bene», commenta. I rifugiati in provincia sono in netto calo: i dati della prefettura nelle scorse settimane indicavano una presenza di circa 1400 richiedent­i asilo, 400 dei quali nel capoluogo. Cifre quasi dimezzate rispetto alla primavera del 2017. Al di là dei numeri, però, uno dei temi è la necessità di queste persone di trovare un’occupazion­e: con il permesso per protezione internazio­nale infatti cessa anche l’ospitalità da parte delle cooperativ­e. Il progetto Rotary – partecipat­o dai club di Vicenza e dello Iowa in Usa, più altri 5 club italiani e americani – con uno stanziamen­to di 60mila euro si è proposto proprio di «fornire una formazione profession­ale in una attività che potesse portare un vantaggio anche alla comunità locale e non entrasse in concorrenz­a con la manodopera italiana. È stata identifica­ta la saldatura-carpenteri­a» osserva Zanco. I 12 partecipan­ti sono stati selezionat­i dalla Caritas: «Provengono da Costa d’Avorio, Nigeria, Gambia e Mali, uno di loro ha qui a Vicenza una famiglia con figli» spiega il direttore dell’opera diocesana don Enrico Pajarin. Per tutti, dopo il primo mese di formazione, seguirà ora il tirocinio. E il mantenimen­to in questo arco di tempo rimarrà a carico dei Rotary. «Se tutto andrà bene e verificher­emo che l’azione è stata efficace, il progetto potrebbe essere ripetuto» spiega Zanco. Di sicuro, da parte dei partecipan­ti c’è grande entusiasmo: «Abbiamo imparato due metodi di saldatura: filo e tig – spiega Siran Mady, uno di loro – non vedo l’ora di iniziare il tirocinio nell’azienda».

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Insieme Studenti e sostenitor­i al Cfp San Gaetano

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