Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Abusi sulla figlia di amici», assolto
«Il fatto non sussiste». Ma viene condannato a 15 mesi per stalking
SOVIZZO Doveva aiutare un anziano novantenne in casa occupandosi delle faccende domestiche e la moldava lo aveva fatto molto a fondo visto che aveva ripulito pure i risparmi del padrone. Beccata sul fatto, ha aggredito il pensionato e ha inforcato la porta con i soldi di lui, 1900 euro. Poche ore dopo la badante è stata sorpresa dai carabinieri all’interno di una sala slot di Vicenza, dove aveva già speso
150 euro. Il resto è stato restituito al proprietario. E per la donna, già pregiudicata e per lo più irregolare in Italia, è scattata la denuncia per rapina aggravata.
L’episodio è di mercoledì alle 11. La trentasettenne aveva avuto modo di lavorare a casa del novantenne dopo essere stata presentata da conoscenti. Sembrava una persona affidabile, almeno fino a quanto l’uomo, che per quanto attempato sia è ancora autosufficiente, non l’ha sorpresa a mettere le mani nell’armadio, lì dove aveva scovato la cassetta di sicurezza con i risparmi,
1.900 euro appunto. «Cosa sta facendo?» le ha chiesto il padrone di casa, seccato. «Sto solo prelevando i soldi che mi spettano per il lavoro fatto» la risposta della collaboratrice moldava. Lui, contrariato, scocciato dal fatto che l’estranea si fosse arrogata il diritto VICENZA Assolto, «perché il fatto non sussiste», dall’accusa di aver abusato sessualmente della figlia di amici, una bambina con disabilità all’epoca di nove anni; condannato invece ad un anno e tre mesi di reclusione per aver perseguitato la madre della minore, minacciandola di morte, seguendola a casa, al bar, presentandosi da lei sul posto di lavoro, tutto per ottenere il ritiro della querela per l’accusa, ma anche per riavere indietro i diecimila euro che le aveva prestato. Donna alla quale l’imputato dovrà risarcire in via definitiva diecimila euro di danni. Si è concluso così, ieri, al tribunale collegiale di Vicenza, il processo a carico di un ex imprenditore conciario di 62 anni di Valdagno difeso dall’avvocato Matteo De Meo. Legale che già annuncia il ricorso in Appello, convinto che non vi sia stato alcuno stalking nei confronti della donna, difesa dal legale Anna Sambugaro.
I fatti contestati sono del 2013. Secondo l’accusa l’uomo, «in almeno una occasione» aveva costretto la bambi- na, con una disabilità fisica e psichica, a toccarlo nelle parti intime e a subire lo stesso trattamento. Ma secondo la perizia il racconto della bimba, cristallizzato nel corso di un’audizione protetta nella forma dell’incidente probatorio, non può essere attendibile perché «viziata» dall’influenza della madre che le diceva anche come rispondere. Ecco perché l’accusa degli atti sessuali è caduta. È rimasta invece in piedi la contestazione dello stalking, reato che era già costato all’ex impren- ditore il divieto di avvicinamento alla mamma della piccola. «Se non la smetti ti uccido? Io te la farò pagare», «cosa hai in mente di fare con quella denuncia» erano solo alcune delle frasi che il 62enne avrebbe pronunciato con offese all’indirizzo dell’ex amica, che avrebbe anche tentato di far uscire fuori strada con la propria auto. Comportamenti, questi, che l’avrebbero terrorizzata e costretta a cambiare abitudini.