Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Ha trattenuto la mia parcella», ma è prosciolto

Scambio di accuse fra avvocati per seimila euro. La prescrizio­ne cancella il reato

- Benedetta Centin

BASSANO La nuova cliente gli consegna seimila euro per pagare la parcella dell’avvocato precedente, suo collega, ma lui si sarebbe tenuti quei soldi, senza far avere nulla all’altro profession­ista. Era questa l’accusa che pendeva sull’avvocato Matteo Vittorio Moretto di Bassano, che si era difeso, portando in aula anche una serie di testimoni, nel corso del processo che si è svolto a Vicenza. Ma questo si è chiuso con un niente di fatto perché il troppo tempo trascorso dalla prima udienza davanti al giudice (era marzo del 2015) ha cancellato ogni contestazi­one. Il giudice del tribunale di Vicenza Camilla Amedoro, che ha avuto in carico il procedimen­to a partire dal novembre del 2016, mercoledì mattina ha infatti di- chiarato il non doversi procedere nei confronti di Moretto «perché estinto per intervenut­a prescrizio­ne». Prescrizio­ne che maturava in sei an- ni. E i fatti contestati al legale sono del mese di giugno del 2011. Di qui, date le circostanz­e, la sentenza. Moretto era stato citato a giudizio all’inizio di cinque anni fa. L’accusa per l’avvocato bassanese, che si è difeso con il legale Piero Longo dell’ordine di Padova, era quella di aver fatto suoi i seimila euro destinati ad un suo collega, l’avvocato Morgan Tonelotto, anche lui di Bassano: soldi, questi, che gli erano stati consegnati dalla donna di Musso lente, sua nuova assistita, per pagare le prestazion­i profession­ali di Tonelotto, che era stato il suo precedente difensore. Da ca- po di imputazion­e Moretto era accusato di essersi« trattenuto definitiva­mente la somma, omettendo di consegnarl­a al Ton e lotto ». Un reato, quello contestato, anche aggravato «perché commesso con abuso di relazione di prestazion­e d’opera». Stando al giudice non vi erano elementi per pronunciar­e una sentenza di assoluzion­e «sulla base di quanto emerso dalle deposizion­i testimonia­li e dalla documentaz­ione acquisita». Ad essere determinan­ti i troppi anni trascorsi che hanno estinto il reato.

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Tribunale Il giudice ha dichiarato il «non doversi procedere» perché passato troppo tempo dai fatti

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