Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cogemantov­ani senza salari Doppio sit-in dei dipendenti

- Silvia Moranduzzo

PADOVA Niente stipendio, niente lavoro. Ieri mattina i dipendenti di Cogemantov­ani, dopo l’assemblea sindacale si sono riuniti in sit-in davanti alla sede di via Belgio a Padova e lunedì ci sarà un presidio al terminal passeggeri di Fusina, alle porte di Venezia, dalle 8 alle 12.

La protesta nasce perché da due mesi i dipendenti non ricevono lo stipendio, tredicesim­a compresa, e temono per il proprio futuro e per quello dell’azienda. «Cogemantov­ani ha in affitto un ramo d’azienda della Mantovani e attualment­e si occupa del service degli ospedali di Trento e Mestre e del terminal passeggeri di Fusina – spiega Dario Verdicchio, segretario generale della categoria edili della Cgil di Padova – L’azienda ha comunicato solo una decina di giorni fa che entro la prima decade di marzo avrebbe pagato il mese di dicembre e la tredicesim­a, mentre entro la fine di marzo la mensilità di gennaio. In totale Coge deve pagare circa 750 mila euro di stipendi, forse un po’ di più. Ma il sospetto di fondo è un altro».

I timori dei lavoratori riguardano la gestione dell’azienda, al momento in mano alla famiglia Ferrari. «Quando abbiamo chiesto spiegazion­i a Manuela Maria Ferrari, amministra­tore unico, è letteralme­nte scappata via dalla sede – riferisce Gino Gregnanin, segretario regionale di categoria della Uil –. Temiamo che quando la Mantovani ha deciso di affittare a Coge il ramo d’azienda lo abbia fatto per liberarsi dei dipendenti e andare al concordato preventivo con meno problemi. Speriamo che non sia così; ma non siamo ottimisti, non c’è nemmeno un piano industrial­e. Ce lo hanno fatto vedere e poi lo hanno ritirato. Abbiamo chiesto alla Regione di aprire un tavolo di crisi».

Da parte sua, Coge fa sapere che lunedì formalizze­rà la proposta di acquisto del ramo d’azienda Impresa di Costruzion­i Mantovani, in affitto da agosto 2018. Se tutto andasse per il verso giusto la famiglia Ferrari afferma di impegnarsi a saldare i conti con i propri dipendenti; ma in caso contrario il tutto tornerebbe in mano ai commissari, lasciando i lavoratori in balia degli eventi.

«Di questo passo anche febbraio resterà indietro e siamo molto preoccupat­i – dice Andrea Grazioso, segretario generale di Filca Cisl Venezia – Vorremmo capire quale sarà il futuro dell’azienda e dei dipendenti che sono passati da 116 a 85 in questi mesi. Girava voce anche di metterli in cassa integrazio­ne». Una vicenda che riporta il pensiero al passato di Ferrari a Parma, dove l’azienda, dopo pochi mesi, ha rescisso il contratto d’affitto con un’altra società perché alcune procedure non erano state seguite..

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Portafogli vuoti La protesta dei dipendenti di Cogemantov­ani

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