Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Processo Gaiatto, si costituisc­ono 800 parti civili

Udienza preliminar­e a Cordenons. In aula solo 29 vittime. Ci sono i primi due patteggiam­enti

- A. Zo.

CORDENONS (PORDENONE) Lui non si è visto, ma questo già si sapeva. «Non farò fare la sfilata al “mostro” in manette», aveva già anticipato il suo difensore, l’avvocato Guido Galletti. In realtà non si sono visti nemmeno i truffati, e questo era forse meno scontato, visto che nei fogli rossi in mano al cancellier­e del tribunale di Pordenone che gestiva l’accesso al centro culturale Aldo Moro, convertito in aula di udienza, il numero arrivava fino a 1.131, rappresent­ati da 67 avvocati: alla fine pare che (in attesa dell’ufficialit­à) si siano costituiti tra le 800 e le 900 vittime, ma in aula erano solo in 29, quasi quanto gli agenti impiegati tra poliziotti, carabinier­i, vigili urbani, vigili del fuoco e altre forze.

Ieri è iniziata l’udienza preliminar­e a Fabio Gaiatto, il 43enne di Portogruar­o già ribattezza­to il «Madoff del Nordest». Secondo l’accusa della procura di Pordenone, l’uomo e i suoi 16 complici a processo – tra collaborat­ori stretti, a partire dalla moglie Najima Romani, e procacciat­ori – hanno imbrogliat­o 2700 investitor­i, di cui oltre metà ha lasciato perdere, simulando investimen­ti nel mercato monetario online del Forex, che in realtà non esistevano. I conteggi finali della procura parlano di 72,3 milioni di euro raccolti nel corso di un paio d’anni, di cui circa 29 sarebbero stati restituiti. Mancano quindi all’appello 40 milioni, che gli investigat­ori stanno cercando in tutto il mondo.

Il gip Eugenio Pergola ha già fissato altre tre udienze, l’ultima il 9 marzo, il giorno prima della scadenza della misura cautelare. Si sono presentati per chiedere i danni anche il Codacons e il Comune di Portogruar­o, ma soprattutt­o nei giorni scorsi è arrivato Samuele Faè, operatore portuale, titolare suo malgrado della cifrarecor­d: aveva investito 9 milioni e, secondo Gaiatto, ne avrebbe riavuti 4. Strano che abbia atteso così tanto.

Il procurator­e capo di Pordenone Raffaele Tito ha poi annunciato di aver dato il consenso ai primi due patteggiam­enti: quello del lombardo Massimo Baroni (un anno e mezzo) e quello del triestino Ubaldo Sincovich (un anno e 5 mesi), accusati di aver fatto da procacciat­ori di clienti. I due sono anche i primi - Baroni con 9 mila euro, Sincovich con 8500 - a effettuare i versamenti nel conto corrente aperto dalla procura per i risarcimen­ti.

Il racconto dei truffati presenti è simile: tutto parte dal passaparol­a di un amico, un parente. «Mi era sembrata una buona occasione, all’inizio avevo guadagnato - spiega uno di loro - Gli ho affidato 30 mila euro che per me, con moglie e tre figli, erano quasi tutti i risparmi». E le storie sono tante: da chi ha chiesto un prestito per investire, al disabile in sedia a rotelle, fino ai pensionati che ora sono sul lastrico.

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A Cordenons Iniziata ieri l’udienza preliminar­e a Fabio Gaiatto

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