Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Cocaina, presi gli spacciatori di «Nino la belva»
Sono un disoccupato e un commerciante: rifornivano i clienti-bene di fiumi di droga
VICENZA Ex esponente della malavita romana, solo un mese fa Stefano Tummolo Altomare era stato condannato a
10 anni e sei mesi per il chilo e mezzo di cocaina e i quasi 100 mila euro con cui era stato trovato a Vicenza, a settembre, dalla guardia di finanza che lo aveva arrestato. Nello scorso weekend gli stessi militari gli hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, dove è già detenuto, sempre per spaccio, per aver venduto «almeno
258 grammi» di cocaina «con continuità e sistematicità» a varie persone, «in almeno 127 episodi di cessione» tra Vicenza, Dueville, Isola, Longare, Costabissara, tra giugno e settembre. Droga per un valore di circa 13 mila euro. E con lui sono finiti nei guai anche due vicentini, che per l’accusa si rifornivano da lui per spacciare a loro volta e che sono stati perquisiti con l’unità cinofila. Uno di loro è ora sottoposto all’obbligo di firma.
A 73 anni suonati Tummolo Altomare, conosciuto come «Nino», non ci pensa proprio a cambiare vita. E il suo già nutrito curriculum criminale si amplia, come se non gli fosse bastato aver fatto parte della banda De Sanctis, una delle organizzazioni criminali più sanguinarie della malavita romana negli anni ’70-‘80, tanto da guadagnarsi il nome di «banda delle belve». Dopo aver scontato 24 anni in diverse carceri italiane, nell’ultimo periodo in quello di Vicenza, città dove si è stabilito, Tummolo avrebbe messo in piedi un rilevante traffico di cocaina. Che fosse importante lo aveva già lasciato intuire il chilo e mezzo di sostanza trovata a settembre, all’interno della sua auto (il suo deposito), anche sotto il cambio e nel condotto di aerazione: in tutto 7.641 dosi. I successivi approfondimenti degli uomini del colonnello Crescenzo Sciaraffa hanno permesso di arrivare alla rete di clienti del 73enne. Clienti che ordinavano le dosi parlando al telefono di cartoni di vino o birra, ma anche cene o caffè o certificati medici. Acquirenti ben inseriti nel tessuto economi- co che avrebbe incontrato per il tempo dello scambio drogasoldi (sui 70-100 euro) in auto, in parcheggi o al bar. Insomma, per l’accusa Tummolo era un punto di riferimento per lo spaccio di coca a Vicenza e dintorni e da lui si sarebbero riforniti anche due vicentini che a loro volta avrebbero ceduto la droga. Si tratta di Massimiliano Mazzocco, 42enne disoccupato di Dueville, ai quali vengono contestati 29 episodi di acquisto per oltre 56 grammi. I finanzieri gli hanno notificato la misura dell’obbligo di presentazione ogni giorno. Indagato per spaccio anche un commerciante di Montegalda, 40 anni, che avrebbe comprato cocaina per 25 volte.