Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«I fratelli Karamazov» Glauco Mauri, viaggio negli abissi dell’animo umano
Trasferire dalla pagina scritta al linguaggio teatrale un capolavoro assoluto qual è I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij è una sfida condivisa da Glauco Mauri con Matteo Tarasco che ne ha curato anche la regia. Al fianco dell’attore, il suo partner di sempre, Roberto Sturno; nel cast, Paolo Lorimer, Pavel Zelinskij, Laurence Mazzoni, Luca Terracciano, Giulia Galiani, Alice Giroldini. Le scene sono di Francesco Ghisu, i costumi di Chiara Aversano, le musiche di Giovanni Zappalorto. L’allestimento è in calendario al teatro Comunale di Thiene (Vicenza) da stasera a giovedì 21 con inizio alle ore 20.45, e sarà al Salieri di Legnago (Verona) il 19 marzo. I fratelli Karamazov, l’ultimo romanzo scritto da Dostoevskij, fu pubblicato a puntate su Il Messaggero Russo a partire dal gennaio 1879 e fu completato solo pochi mesi prima della morte dello scrittore. Feroci conflitti e un parricidio sono la nervatura della trama che narra le vicende dei membri della famiglia Karamazov e i loro aspri contrasti fino all’assassinio di Fëdor, il capofamiglia, e al processo nei confronti di Dimitrij, il figlio primogenito accusato dell’omicidio. «Così sono i Karamazov - Così siamo noi?» – si chiede Mauri, che sottolinea come Dostoevskij non giudichi, ma racconti la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso e a volte orrendo che è l’uomo. «L’opera – spiega Matteo Tarasco - è un romanzo cupo e disperato, una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto, senza limiti, un duello tra uomini avvinghiati in un ineludibile legame economico. Con il rigore di un giudice istruttore, lo scrupolo di uno scienziato e l’insistenza di un investigatore, Fëdor Dostoevskij ci conduce in un viaggio negli abissi oscuri dell’animo umano, descrivendo un mondo che perde i suoi referenti culturali e svilisce i valori etici più profondi».