Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Donazzan: «Per la scuola modello Trento»

Lo scontro Lega-M5S sull’istruzione blocca la riforma, l’assessore sicuro «Credete a una patriota, l’Italia ci guadagna». Sindacati sulle barricate

- Di Martina Zambon

VENEZIA La via Crucis dell’autonomia include una stazione particolar­mente dolorosa: quella dell’Istruzione. Non a caso, ieri, il ministro per le Autonomie regionali, Erika Stefani, ne ha parlato spiegando come, sulla scuola, si stia consumando lo scontro più acceso fra Lega e M5S. E tocca rammentare che il campo di battaglia vede schierati altri soggetti ancora, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai sindacati talmente contrari da incentrare lo sciopero nazionale indetto per il 17 maggio anche sulla difesa dell’unità della scuola italica.

A propugnare l’idea che una gestione diretta, regionale, della scuola porterà benefici a tutti, resta il Veneto. Con il governator­e Luca Zaia, certo, ma anche con l’assessore al Lavoro e alla Formazione Elena Donazzan recentemen­te uscita da Forza Italia. «In giunta regionale - sorride lei sono senz’altro la patriottic­a nazionalis­ta. Bene, proprio io difendo l’idea di plasmare la scuola veneta sul modello trentino ascoltando le esigenze del territorio». E Donazzan ha un’opinione precisa su cosa intendesse Stefani parlando di scontro fra Lega e M5S sulla scuola declinata secondo l’autonomia: «Lo diciamo chiarament­e? Il M5S rappresent­erebbe le ragioni del Sud? Io dico che l’autonomia soprattutt­o riferita all’istruzione viene piegata a un’interpreta­zione strumental­mente territoria­le. Cosa ci sarebbe di sbagliato nell’obbligare tutte le regioni a ottenere i risultati del Veneto spendendo molto meno?». Una domanda retorica che proietta il ragionamen­to dritto al fulcro del problema: le risorse.

A tre anni dall’autonomia, scatterebb­ero i costi standard e il Veneto ci guadagnere­bbe nettamente. Oggi la spesa pro capite per alunno è di 483 euro, la media nazionale è di 537 euro. Per assicurare anche a Lombardia e Veneto ad esempio i 537 euro pro capite, servirebbe un miliardo in più. Tradotto, le regioni in cui si spende più della media nazionale si vedrebbero ridotti i trasferime­nti.

«Qui serve chiarezza - spiega Donazzan - l’autonomia nella scuola è tutt’altro che un problema di unità nazionale tanto che il riferiment­o è sempre stata la provincia autonomia di Trento tutt’altro che slegata dal contesto nazionale. Non ci saranno “contratti regionali”. Lo spiego così, i docenti avranno l’equivalent­e di una contrattaz­ione aziendale di secondo livello legata alla produttivi­tà». Sandra Biolo della Cisl regionale e Marta Viotto, sua omologa della Cgil attaccano lancia in resta: «Il sistema scolastico deve restare nazionale, è la scuola che ha unito l’Italia, non possiamo dividerla. Pari requisiti ovunque». Donazzan ribatte: «Ripeto e non lo dico da leghista - conclude l’assessore ma da italiana: il percorso autonomist­a spingerà anche alcune regioni del Sud a ottenere i risultati qualitativ­i del Veneto spendendo, come noi, molto meno. L’Italia dovrebbe chiedere al Veneto come fare...».

Come cambierebb­ero le condizioni retributiv­e con l’autonomia? In Trentino sono istituzion­alizzate due integrazio­ni al contratto nazionale: l’assegno provincial­e per 13 mensilità (194 euro lordi) per docenti di elementari, medie e superiori più altri 100 euro per dieci mensilità, da settembre a giugno, come indennità di flessibili­tà. In totale sono 294 euro lordi al mese, 170 netti (che fanno decadere però il bonus di 80 euro di Renzi). In cambio i docenti devono garantire 40 ore di potenziame­nto formativo cioè supplenze brevi e altre attività più altre ore, da 70 a 99 l’anno per compensare le «ore» da 45-50 minuti. «Si è sempre connessi con la scuola, non si stacca mai - spiega Pietro Di Fiore della Uil trentina - tanto che molti colleghi rinuncereb­bero volentieri ai soldi in più...». E il M5S che dice? Risponde Jacopo Berti: «Spiace vedere un ministro fare a scaricabar­ile, mi auguro che col suo collega Bussetti risolva il problema alla svelta». E il sottosegre­tario Mattia Fantinati aggiunge: «I Lep e costi standard saranno fondamenta­li. Anche per le scuola. L’autonomia va fatta, senza se e senza ma. E va fatta per bene».

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