Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Le tre lettere dell’assassino «Mi ha chiesto lei di aiutarla»

Renzo ha ucciso la moglie malata e scritto ai figli

- Giacomo Costa

VENEZIA Una dava indicazion­i testamenta­rie, comprese quelle per la banca. Una, probabilme­nte precedente, il consenso al trasferime­nto della moglie in una struttura. Ma il motivo della tragedia è contenuto nella terza lettera scritta di proprio pugno da Renato Berta, l’85enne veneziano di Castello che giovedì sera, poco prima di mezzanotte, ha ucciso con due coltellate al petto la moglie Licia Zambon, 82 anni, gravemente malata: «Lei mi aveva chiesto di aiutarla, era l’unica soluzione».

MESTRE «Cessione, vendita, fallimento, con questi spettri dietro l’angolo chi può pensare a festeggiar­e?». Ieri mattina a Mestre chi aveva scelto il supermerca­to Simply del gruppo Sma per comprare le ultime colombe ha dovuto fare slalom tra fischietti, volantini e cartelli: dalle 10 a mezzogiorn­o una quarantina di lavoratori si è schierata a picchetto davanti al punto vendita di via Carducci, nel cuore della città, chiedendo una volta di più rassicuraz­ioni sul futuro della catena. Solo in Veneto conta 26 negozi e oltre

500 dipendenti. Da mesi infatti si rincorrono le voci di una possibile vendita dei supermerca­ti della catena discount del gruppo Auchan: addirittur­a si sono fatti i nomi di altri marchi interessat­i a subentrare, primo tra tutti il gruppo Conad. L’ipotesi di vendita potrà essere un’indiscrezi­one, ma la difficoltà del passerotto francese in Italia è un dato di fatto: le analisi economiche dello scorso anno vedevano Auchan fanalino di coda del settore, in calo dell’11%; più concretame­nte, a febbraio, dopo la firma del contratto nazionale con Federdistr­ibuzione, il gruppo ha avviato una serie di colloqui con i sindacati, ha attivato il nuovo protocollo per la gestione di gravi crisi aziendali, ritardato le erogazioni una tantum ai dipendenti e messo mano a istituti economici non meglio definiti.

Sarebbe un errore, però, liquidare la questione come un problema della sola galassia Auchan. La stessa protesta di ieri mattina rappresent­ava infatti il terzo elemento del «trivio pasquale» organizzat­o da Cgil, Cisl e Uil: giovedì le sigle si sono schierate a difesa dei lavoratori del Mercatone Uno, mentre venerdì hanno presidiato gli ingressi dei punti vendita Metro. I grossisti dalle insegne gialle hanno visto naufragare il contratto nazionale integrativ­o e, dal lato aziendale, hanno proposto la loro piattaform­a, che però ai lavoratori non è andata giù, tra ore in più, turni «flessibili» e «spezzati» e bonus al minimo. Il caso Mercatone Uno, invece, è un altro esempio di marchio che annaspa: il gruppo per non affondare le sta provando tutte, in attesa del tavolo ministeria­le del 30 maggio; in Veneto si contano meno di 10 negozi, ma non si sa quanti potranno arrivare al 2020. «A distanza di nove mesi si è tornati indietro: il nuovo acquirente ha chiesto un concordato preventivo, vuole fermarsi prima di fallire. Non ha pagato gli affitti, sono scattati i sigilli», spiega Margherita Grigolato di Filcams Cgil.

Sempre nel circuito della grande distribuzi­one organizzat­a, è ormai noto anche l’arretramen­to del gruppo Carrefour: una perdita di terreno in senso letterale, visto che sta riducendo la metratura di alcuni suoi punti vendita storici, a cominciare da quello di Marcon, nel Veneziano, che ha ceduto parte della sua superficie alla galleria commercial­e che lo ospita; via i carrelli, dentro le shopping bag. E questo è vero anche per le altre categorie, come la distribuzi­one cooperativ­a: «Il problema di Simply è lo stesso che hanno avuto Carrefour, Auchan, che sta avendo ora Coop Alleanza, che in Veneto chiude la sede di Mirano, ha già chiuso Porto Tolle, Campalto, Taglio di Po — ricorda Maurizia Rizzo, di Cisl Fisascat —. Tutti hanno ridotto i salari e peggiorato le condizioni di lavoro. Il problema è il costo del lavoro: invece di proclami sul salario minimo, servirebbe allineare il costo del lavoro a quello europeo».

” La Cisl Tutti hanno ridotto i salari e peggiorato le condizioni di lavoro

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La protesta Lo sciopero organizzat­o da Cgil, Cisl e Uil ieri mattina davanti al supermerca­to Sma Simply di Mestre, che in Veneto conta 26 negozi (Errebi)

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