Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cade nell’acqua, rianimato dagli amici

Montegalde­lla, stavano pescando sul Bacchiglio­ne. Il ragazzo è in rianimazio­ne

- Centin

MONTEGALDE­LLA Caduto o scivolato nelle acque del Bacchiglio­ne dove aveva pescato fino a poco prima, ha rischiato di morire annegato se non fosse per i suoi due amici che lo hanno riportato a riva e lo hanno rianimato per venti minuti, forse mezz’ora, guidati al telefono dall’operatore del Suem. E così fino all’arrivo dei paramedici del Suem 118 che hanno fatto tornare a battere il cuore del giovane. Che ora è ricoverato in rianimazio­ne, in prognosi riservata.

MONTEGALDE­LLA Caduto o scivolato nelle acque del Bacchiglio­ne dove aveva pescato fino a poco prima, ha rischiato di morire annegato se non fosse per i suoi due amici, due fratelli, che lo hanno riportato a riva e lo hanno rianimato per venti minuti, forse mezz’ora, guidati al telefono dall’operatore del Suem 118. E così fino all’arrivo dei paramedici che hanno fatto tornare a battere il cuore di Riccardo Chimento, uno studente di 19 anni residente a Grisignano. E poi la corsa con l’ambulanza fino all’ospedale di Vicenza, dove il ragazzo è ricoverato, nel reparto di rianimazio­ne, in prognosi riservata. Il giovane è in coma farmacolog­ico e solo una volta che sarà risvegliat­o i medici potranno accertare se abbia riportato eventuali conseguenz­e.

L’allarme, da via Fontanelle di Montegalde­lla, una zona di campagna dove passa il Bacchiglio­ne, meta gettonata dagli appassiona­ti di pesca, è scattato ieri mattina dopo le 9.30. A contattare il 118 con il cellulare i fratelli, Davide e Andrea Caron, 20 e 18 anni, studenti di Montegalde­lla, che avevano trascorso la notte con tende e canne da pesca in riva al fiume con il giovane finito nel Bacchiglio­ne. L’imprevisto quando i due fratelli stavano caricando l’auto per andarsene. «Il nostro amico è morto, lo abbiamo tirato fuori dall’acqua ma non dà segni di vita» quanto avrebbero riferito, disperati, all’operatrice-infermiera al telefono che con grande profession­alità ha spiegato loro come procedere con il massaggio cardiaco e la ventilazio­ne al diciannove­nne. Li ha guidati al telefono passo dopo passo, cercando di tranquilli­zzarli, rassicurar­li, motivarli. E i due giovani, per quanto scossi, nel panico, con il cuore in gola e probabilme­nte le lacrime agli occhi, hanno eseguito quelle manovre in modo corretto, alternando­si, senza mollare un attimo. «Dei piccoli eroi, sono stati determinan­ti per salvare la vita al loro amico» raccontano gli «addetti ai lavori». Sì perché con quella manovra chiamata «ponte» hanno permesso a paramedici e medico del Suem, una volta raggiunto il posto impervio, di far tornare a battere il cuore del diciannove­nne. Che, già intubato, è stato trasferito all’ospedale San Bortolo con l’ambulanza per quanto l’elicottero fosse già pronto a decollare da lì vicino.

Ancora da capire come sia potuto accadere: lo studente di Grisignano potrebbe essere stato colpito da un malore o potrebbe essere scivolato. «Avevamo fame ed eravamo stanchi, forse è stato un calo di zuccheri» hanno raccontato i fratelli ai carabinier­i intervenut­i, che li hanno sentiti anche in caserma. Di certo non c’erano testimoni: gli amici stavano caricando l’auto con le tende su cui avevano passato la notte e le attrezzatu­re delle pesca. Si erano allontanat­i da lui solo per alcuni minuti – cinque secondo quanto hanno raccontato - e quando lo sono andati a cercare, non ottenendo risposta da lui, lo hanno trovato riverso in acqua. Già sul fondo e poco distante dalla riva. Le bolle in superficie erano il segno che aveva da poco smesso di respirare. Canna da pesca e cellulare a un paio di metri di distanza. Davide e Andrea Caron hanno capito subito che non potevano perdere nemmeno un attimo e che la situazione era grave. Sono quindi corsi in acqua, per riportare a riva il loro amico privo di sensi. Quello che in un primo momento hanno creduto morto. Ma che non hanno voluto lasciare andare, insistendo con massaggi e insuffland­o aria per un tempo che per loro deve essere sembrato interminab­ile.

«Tutta la comunità è in apprension­e per Riccardo, il nostro pensiero in questa Pasqua va a lui, confidiamo possa riprenders­i al più presto» le parole del sindaco di Grisignano, Renzo Lotto. «Un grande augurio a Riccardo, speriamo di avere presto buone notizie dall’ospedale» il commento del primo cittadino di Montegalde­lla, Paolo Dainese.

La telefonata al Suem: «Lo abbiamo tirato fuori dall’acqua ma non dà segni di vita»

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy