Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’economia vicentina vede grigio calano produzione e investimenti
La Camera di commercio analizza i primi tre mesi dell’anno e arrivano i segni meno, in controtendenza rispetto al Veneto. Sindacati preoccupati per l’occupazione
VICENZA Economia vicentina in controtendenza, negativa, rispetto al Veneto. Nel primo trimestre del 2019, secondo l’analisi della Camera di Commercio, la produzione è calata dello 0,2 per cento rispetto ai tre mesi precedenti: un dato che stona, soprattutto se confrontato con la media regionale del più 1,2 per cento (dato Unioncamere Veneto). Preoccupato il presidente dell’ente camerale Giorgio Xoccato: «Il calo c’è. Ma a impensierirmi, ancor più della produzione, è la frenata delle imprese negli investimenti».
L’indagine congiunturale evidenzia che il comparto che è andato meglio (più 7,9 per cento) è quello alimentare seguito dal tessileabbigliamento (più 4,7 per cento) e dal legnomobile (più 1,4 per cento), mentre mostra un andamento nettamente negativo (meno 8,3 per cento) la concia, i prodotti metalliferi (meno 2,9 per cento), oreficeria (meno 1,3 per cento) e anche metalmeccanica (meno 0,7 per cento). «In generale a preoccupare è soprattutto l’andamento degli ordini acquisiti – spiegano dall’ente camerale di via Montale- che evidenzia variazioni negative sia per la domanda interna (meno 1,9 per cento, il maggior decremento dal primo trimestre 2013) sia per i mercati esteri: meno 0,7 per cento, l’indicatore è negativo per il quarto trimestre consecutivo». Per l’ente camerale, la prestazione negativa del Vicentino dipende soprattutto dalla forte vocazione all’export della manifattura locale, in particolare verso la Germania.
Per quanto riguarda gli altri indicatori, l’occupazione cresce dello 0,2 per cento e il fatturato medio registra ancora un dato positivo – più 0,3 per cento rispetto al mese prima – ma «prevale un clima di incertezza»: a fine marzo i giorni medi di produzione assicurata dagli ordini raccolti sono stati 53 (nel trimestre precedente erano 63) e la quota di aziende che prevede una crescita di produzione è del 23 per cento, in leggero calo. Quanto alla cassa integrazione, nel primo trimestre le ore autorizzate sono calate del 60 per cento rispetto al periodo ottobre-dicembre 2018, ma allo stesso tempo sono aumentate le procedure concorsuali, 65 contro 57 dei tre mesi prima. In parallelo coi dati vicentini, poi, desta interesse la rilevazione sugli investimenti previsti dalle aziende venete nel 2019: per Unioncamere quest’anno il saldo regionale sarà a meno 0,8 per cento, quando l’anno scorso aveva segnato un più 4,3 per cento.
Mario Pozza, presidente regionale Unioncamere, è critico sul tema: «Saranno proprio gli investimenti a determinare il rallentamento regionale del Pil, quest’anno. E se sull’economia veneta pesano le tensioni tra Cina e Usa, c’è anche da dire che le nostre imprese sono costrette a competere ad armi impari: le infrastrutture tecnologiche, dalla Tav alla banda larga, sono largamente insufficienti». Simile il pensiero di Xoccato: «La solidità del sistema produttivo vicentino non è in discussione – sottolinea – e anzi permette di contenere gli effetti negativi. Però la caduta degli investimenti è un grave rischio».
Il rapporto trimestrale è stato presentato anche ai sindacati Cgil, Cisl e Uil vicentini.
Critica Grazia Chisin, al vertice della Uil: «Analizzando il dato dell’occupazione emerge un divario grave: i contratti somministrati la maggioranza, apprendistati e contratti a tempo determinato la minoranza. Le imprese non investono, nemmeno sul lavoro. Ed emergono nuove disparità salariali fra donne e uomini». Per Giampaolo Zanni (Cgil) «questi numeri mettono in luce che è accaduto quel che dicevamo noi ad ottobre, nella nostra critica alla legge governativa di stabilità: sono mancati investimenti in politiche industriali, cura del territorio e welfare che ora avrebbero prodotto frutti». Secondo Raffaele Consiglio (Cisl) «Il rapporto trimestrale testimonia quanto diciamo da tempo: la competitività non manca nelle nostre imprese, ma è il territorio che le circonda a non essere competitivo. E poi sarebbe bene guardare approfonditamente il lavoro, che è sempre meno di qualità dal punto di vista della retribuzione: i salari sono troppo bassi, altro effetto della mancanza di competitività».
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Xoccato A impensierirmi, ancor più della produzione, è la frenata delle imprese negli investimenti