Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Preside di otto scuole si toglie la vita
Alla vigilia di uno sciopero (poi cancellato). La direttrice: mai manifestato disagio
VENEZIA Questa mattina, in campo Santa Margherita, insegnanti, studenti e genitori avrebbero sfilato in corteo contro la riorganizzazione delle classi decisa dal preside. Ma, alla vigilia della manifestazione, il dirigente del prestigioso liceo Marco Polo (e di altre sette scuole veneziane), Vittore Pecchini, si è tolto la vita: l’ultima chiamata l’ha fatta alla sua compagna, quando già aveva ingerito un cocktail letale di farmaci.
VENEZIA Si erano dati appuntamento stamattina, in campo Santa Margherita. Insegnanti, genitori, personale studenti e sindacati tutti avrebbero sfilato in corteo contro di lui, fino a raggiungere l’ufficio scolastico regionale in terraferma. Ma alla vigilia della manifestazione contro la sua dirigenza, il preside del più importante liceo Veneziano, il classico Marco Polo, si è suicidato.
L’ultima telefonata Vittore Pecchini l’ha fatta alla sua compagna per dirle addio. Quando l’ha chiamata aveva già ingerito dei farmaci. Voleva solo salutarla e avvisarla che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui si sarebbero sentiti. Lei, preoccupata, lo ha raggiunto poco dopo e ha chiamato i soccorsi, ma non c’è stato niente da fare. Per gli investigatori non c’è dubbio che la morte sia la conseguenza di un gesto estremo. L’uomo si è tolto la vita sabato pomeriggio all’interno del suo camper parcheggiato in lungomare D’Annunzio, non distante dall’ex ospedale al Mare del Lido di Venezia. La sua compagna ha chiamato il 118 perché Pecchini si era chiuso dentro. I soccorritori hanno dovuto rompere un finestrino. In quegli attimi il 57enne era ancora vivo, ma è morto durante la corsa in ospedale. Accanto a lui c’erano i farmaci che aveva ingerito, che contenevano nitrito di sodio. A trovarli sono stati gli agenti della squadra volanti della questura.
Il magistrato di turno Stefano Buccini ha deciso di non disporre l’autopsia, anche perché è stato lo stesso preside ad annunciare che si sarebbe tolto la vita (non ha lasciato alcun biglietto).
Pecchini stava attraversando un momento difficile, privato e professionale. Sul groppone altre sette scuole del centro storico lagunare tra cui l’intero Polo tecnico professionale veneziano. Gli anni scorsi aveva guidato anche le scuole di Lido e Pellestrina. «I ragazzi sono sotto choc» dicono i genitori. Questa mattina (ieri, ndr), in classe, hanno cercato di trovare un senso con i professori, senza riuscirci. Ancor più sgomenti i ragazzi che il giorno prima lo avevano visto sorridere durante il suo discorso in occasione di una regata. Un sorriso che nascondeva tormenti personali. Ma anche la pressione per quella contestazione nei suoi confronti, che si trascinava da mesi. Assemblee, lettere, comunicati, picchetti davanti all’ufficio scolastico. Anche una mozione in Consiglio comunale alla quale aveva preferito non partecipare. Contro alcune sue decisioni si erano espressi anche consiglieri comunali, assessori e deputati. Fosse ancora in vita, oggi il personale della sua scuola, i ragazzi e i sindacati riuniti avrebbero scioperato per ribadire il loro «no» alla gestione Pecchini. Uno sciopero d’istituto che è evento rarissimo e che è stato revocato appena appresa la notizia della sua scomparsa. La contestazione aveva preso forma anche attraverso un gruppo Facebook creato da alcuni professori del liceo (ieri pomeriggio la privacy del gruppo è stata ristretta). Era accusato di non essersi opposto alla richiesta del Provveditorato di accorpare le classi seconde, terze e quarte del Marco Polo. Ma negli ultimi giorni gli veniva contestata l’intera gestione dell’istituto, definita dai suoi detrattori «poco chiara», con «evidenti conflitti di interesse tra i suoi diversi istituti». «Dappertutto ho applicato gli stessi criteri - si è difeso poche settimane prima di uccidersi Pecchini -. Otto scuole, le mie, tutte ospitate in palazzi antichi con gli stessi vincoli di agibilità che hanno le scuole veneziane». Ma non ha mai lamentato pressioni, assicura l’Ufficio scolastico regionale: «Il rammarico è proprio questo - confida la direttrice Augusta Celada -, non ci ha mai chiesto un aiuto. Non abbiamo voltato le spalle al preside. Ci è sempre parso una persona determinata e molto convinta della propria gestione, in linea con le normative».
A breve, annuncia, saranno nominati «due reggenti per sostituirlo» e tutto il sostegno psicologico di cui le scuole avranno bisogno. Oltre a tutti i suoi studenti, Pecchini lascia anche una figlia dodicenne. È nato in Emilia. Si è laureato in filosofia a Bologna con il massimo dei voti. Prima insegnante e dal ‘91 dirigente. Ne ha dirette anche a Edimburgo e Barcellona, Australia. Poliglotta e appassionato del mare. Ha fatto anche lo skipper, il motorista, il nostromo, l’aiuto cuoco, il tassista, l’esaminatore per la patente nautica. Aveva un blog che non aggiornava più. Nel 2016 ci scriveva: «Sto perdendo la rotta».
Le cause del gesto Pecchini stava attraversando un momento difficile, privato e professionale