Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Regionali 2020, la Lega vuol ballare da sola
Con una civica la maggioranza è a portata. Fi a terra, più sintonia con FdI
VENEZIA Passata un’elezione, si sa, in Italia subito se ne fa un’altra e tra pochi mesi il Veneto sarà di nuovo in campagna elettorale. Dopo l’estate, infatti, inizierà la lunga marcia di avvicinamento alle Regionali del 2020 ed è chiaro che i rinnovati equilibri di forza, soprattutto all’interno dell’area di centrodestra, potrebbero influenzare i futuri schieramenti.
Nel 2015, dopo il trionfo di Renzi alle Europee e al culmine dell’affaire Tosi, la Lega non andò oltre il 17,8% (a cui va però sommato il 23,1% della lista Zaia); domenica ha raggiunto il 49,8% ed ora, legittimamente, culla l’ambizione di riuscire a far da sé, magari col rinforzo della civica del presidente che al 99,9% sarà ancora Luca Zaia (la legge elettorale regionale gli permette di fare ancora un ultimo mandato). Scenario complicato per gli altri partiti del centrodestra ed in particolare per Forza Italia, a terra e incapace di rialzarsi: alle Regionali del 2015 prese il 6% ma i vertici dissero che non c’era da preoccuparsi, perché si trattava di un’elezione locale, dove gli azzurri sono tradizionalmente in affanno; alle Europee dell’anno prima, infatti, avevano preso un onorevole 14,7%. Ora, volendo mantenere inalterata la proporzione, partendo dal 6% di domenica gli alfieri di Berlusconi si avviano verso un assai poco rassicurante 2,5%, che significherebbe, se va bene, un consigliere. E non va dimenticato che in questi anni se ne sono andati dal partito campioni di preferenze come Massimo Giorgetti ed Elena Donazzan, passati in Fratelli d’Italia.
Il partito di Meloni, di cui pure calcolatrice alla mano Zaia
” Luca Zaia Per il momento niente rimpasti, si va avanti così.
Per il 2020 non ipoteco il futuro, ne parlerò con Salvini
e la Lega potrebbero fare a meno, sembra avere un orizzonte più roseo: le new entry (non solo Donazzan e Giorgetti, anche Gardini e Sernagiotto) portano nuovi consensi sul territorio aggiungendosi alla macchina da guerra di Sergio Berlato e la sintonia con la Lega sovranista è sicuramente migliore di quella dei liberal di Forza Italia.
Tant’è, ieri Zaia ha rassicurato tutti («Tranquilli, non ci saranno rimpasti, se qualcuno viene a chiedermi posti lo mando a quel paese. Concluderò il mandato con la maggioranza che lo ha iniziato») lasciandosi però mani libere per il 2020: «Non ipoteco il futuro, affronteremo il tema della squadra a tempo debito, insieme a Salvini».